Regia di Jacques Tati vedi scheda film
Mah...lo dico col cuore in mano: con tutta la simpatia che si puo' provare per Monsieur Hulot, a mio avviso J.Tati e' stato uno dei cineasti piu' sopravvalutati del secolo. O forse, e' il suo cinema ad essere troppo avanti. Fatto sta che Playtime avrebbe potuto essere un capolavoro, a giudicare dalle stratosferiche scenografie, ma in questo caso "il contenitore vale piu' del contenuto", si potrebbe dire: la satira sulla societa' tecnologica offre qualche momento di spasso, ma complessivamente e' poco efficace, in quanto Tati si limita a mostrare la bizzarria di questa megalopoli del futuro prossimo, senza pero' rivelarne esplicitamente le storture. Geniale comunque l'uso del sonoro; e del resto, l'intelligenza dell'Autore traspare dalla messinscena apparentemente caotica e paradossale e dalla raffinata composizione dell'immagine. Ma a parte la prolissita' astrusa e l'irrisolutezza dell'opera, Playtime non riesce a comunicare in modo chiaro e netto quello che vorrebbe dire, o meglio quello che l'aspetto figurativo lascia presupporre (l'estetica prevale sulla poetica). Va detto infine che tutta la parte del ristorante influi' molto sul capolavoro di B.Edwards, dell'anno successivo, "Hollywood Party"
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