Regia di Ian MacNaughton vedi scheda film
Sull'onda di un montaggio che pone tutta la pellicola come rappresentazione di sè, come flusso appartenente a uno spettacolo, gli sketxh si susseguono come sorgente narrativa e narrazione.
L'idealizzazione di spettacolarizzazione è però uno specchietto per le allodole: i vari frame si succedono anche a scopo di significazione. C'è dunque un'asincronia tra il commento e il rilievo narrativo, nel senso che tra due sequenze la prima "significa" qualcosa che è contenuto nella seconda, o viceversa, a seconda che la parte narrativa (ed esplicativa) sia contenuta nella seconda o prima.
Ovviamente questo "determinismo" non è presente in tutto il film, e altre parti risponderanno ad altre logiche, ma queste saranno comunque simili, e cioè ne riprenderanno il carattere di metafora che la caratterizza. Siamo dunque nell'ambito del saggio elevato a spettacolo circense di animali "antropomorfi" più che di uomini. Esperimento sociale e gag si fondono nella comicità dei monthy python che ci fanno ridere sui paradossi della cultura: la dominante, la borghese, la militare, la governativa-censoria, la mediatica. Non ho riso come in certe parti de "il senso della vita", ma lo spettacolo diverte.
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