Regia di John Landis vedi scheda film
John Landis ha firmato capolavori immortali come The Blues Brothers e Una poltrona per due, ma anche film alquanto sopravvalutati dalla critica che, a rivederli oggi, dimostrano tutta la loro età. Un lupo mannaro americano a Londra appartiene alla seconda categoria: non è un horror, né una commedia, né un dramma, ma un guazzabuglio di tutti e tre che alla fine non si capisce bene cosa voglia dire.
Denuncia sulla condizione esistenziale di chi è, a qualsiasi titolo, "diverso"? Gustosa parodia del genere horror disseminata di citazioni (un po' la stessa operazione, ma applicata alla fantascienza, di Tim Burton con Mars attacks)? Rivisitazione in chiave grottesca del tema della bestia che è in noi? Boh!
Naturalmente non stiamo parlando di un brutto film, il make up e gli effetti speciali sono ottimi, il ritmo c'è, la durata è contenuta (preziosa caratteristica che si è andata perdendo in molte delle recenti produzioni del genere), mentre l'ironia dissacratoria che contraddistingue il regista tiene a galla una trama esile esile: però da un cult degli anni '80, citato addirittura nel primo numero di Dylan Dog a fianco della trilogia di Romero, è lecito attendersi qualcosa di più.
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