Beh la trama e il finale già lo conoscete e quindi non verrà narrato in questo post che vuole solo omaggiare forse un capolavoro o un cult....decidete voi ma per me è un capolavoro della licantropia che annaspa dentro una satira sociale (la trasformazione nel lupo mannaro segna il passaggio dall’età adolescenziale a quella adulta) forse mai vista prima d’ora.
Parliamo del 1981 dove contemporaneamente uscirono il film postato e l’ululato di Dante ma onestamente la pellicola di Landis è altra cosa ed è decisamente uno dei film più importanti dell’epoca per me nostalgica che è satura di un humor decisamente britannico tipico Hammer dove Landis si muove a proprio agio riprendendo intimamente i romanzi di Doyle (Il mastino per intenderci pure menzionato) richiamando la trama classica del mito e leggenda del licantropo forse balcanico che però predilige il contesto realistico seppur stereotipato della brughiera argillosa e fertile inglese piovosa appannata dalle nuove di fiato in cerca di emozioni dei due sventurati protagonisti e da un paesaggio bucolico –pastorale con tanto di pecore a carico dove il rifugio-pub nella landa desolata viene rappresentato come luogo di incontro-scontro degli autoctoni che sono assorti in un clima azzittito notturno movimentato (si fa per dire) da una scacchiera polverosa, un dardo scagliato in un punto morto che traiettato volutamente fuori bersaglio segna quel confine omertoso e un flipper senza gettoni che ormai non va più e beve tanta birra per dimenticare il mostro che è celato fuori confinato solo da un’insegna che trema e vibra ancora ad un suo respiro.
Ma la pellicola oltre alla scenografia e fotografia pazzesca come la scena in metropolitana ,dove i campi lunghi e la suspense la fanno da padrona, si avvale anche della famosa trasformazione inconsapevole e dolorosa plasmata dalle successive oniriche-realistiche visioni dove il muro difensivista familiare di matrice ebraica non più punti di forza che tanto mi richiama il body horror dal retrogusto maschilista nel senso di erezione con tanto di carattere sessuale maschile accentuato che si impreziosisce di quella canadese memoria con una avvincente colonna sonora accompagnatoria riffante temi classici (Blue Moon) che però non lascia spazio ad equivoci ed è sempre calzante al paesaggio mentre gli straordinari effetti speciali lustrano un film che non ha confini di tempo e di spazio .
Un cult questo è il mio voto…non aggiungo altro …inutile menzionare la scena mentre c’è un film porno al cinema …la trasformazione si è già compiuta.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta