Regia di Costanza Quatriglio vedi scheda film
Turi e Teresa sono fratelli, figli di un pescatore di una piccola isola. Il ragazzo, 14 anni, è destinato a seguire le orme del padre, ed il suo ingresso ufficiale nell’età adulta avviene con la partecipazione alla pesca del tonno, la mattanza. Teresa invece ha dieci anni ed "ama" profondamente il fratello, ma durante il trascorrere delle stagioni sull’isola siciliana anche lei incomincia a crescere scoprendo i segreti e gli inganni della sua imberbe femminilità.
E tutt’attorno la regista al suo esordio Costanza Quatriglio "documenta" vite, personaggi e storie che scandiscono il lento trascorrere del tempo di quest’isola (Favignana) scissa tra tradizioni e modernità, legata all’atavica dignità dei pescatori di tonno e dei cavatori di tufo. Le onde ed i suoni del mare, le reti dei pescatori, uomini, donne e bambini come sospesi fuori dal mondo fanno da "classico" corollario ad un film che per riuscire a volare alto manca di quel sentimento ed emozione unica capace di farci sentire addosso il "respiro" della vita: la magia.
Troppo documentaristico ed asciutto perché possa scattare un’empatia con i personaggi del film, rimane l’incanto naturale per i volti "salmastri" e veri di attori del luogo e "non professionisti" (l’unico ad esserlo è Marcello Mazzarella - il padre - che però si mimetizza benissimo nel gruppo) che portano scolpite sulle proprie facce i segni e le tracce indelebili che "L’isola" inevitabilmente vi disegna addosso.
Selezionato alla "Quinzaine des Realisateurs" 2003, L’isola di Costanza Quatriglio si presenta all’appuntamento cannense forte della felice esperienza dell’altro film "isolano" (Respiro) presentato nella scorsa edizione del Festival di Cannes ma, allo stesso tempo, dovrà fare i conti con questo "ingombrante" precedente che si è rivelato in Francia (e non solo!) un vero e propria caso cinematografico.
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