Regia di Costanza Quatriglio vedi scheda film
Non ci credeva neppure lei, la giovane autrice, che il suo film potesse sfidare il pretenzioso pubblico della Quinzaine di Cannes, e infatti è stato il regista francese Nicolas Philibert (Essere e avere) a straconsigliarlo ai curatori della rassegna. È un bel film L’isola, pedinamento di un gruppo di ragazzini siciliani alle prese con la quotidianità e i primi barlumi di vita adolescente o adulta. Il loro rapporto con gli altri, con il gioco, con i sogni, con il lavoro soprattutto (la pesca del tonno come iniziazione); una caratterizzazione non banale dei “grandi” (in particolare la nonna e il “nonno putativo” di Teresa, la piccola protagonista) e una sottolineatura poetica del rapporto con la memoria. Di come, cioè, in un contesto essenziale come questo sia il legame tra i bambini e i vecchi ad aprirsi al futuro, con gli appartenenti alle generazioni di mezzo un po’ disorientati dal senso pratico della vita quotidiana e incapaci di sorridere. È invece nel sorriso di Teresa (la bravissima Veronica Guarrasi) che L’isola stempera i suoi difetti, qualche tentazione un po’ troppo autoriale o la reticenza a lasciarsi andare più spesso a emozioni di pelle, immediate. Costanza Quatriglio sa come dirigere attori e non attori, soprattutto ha uno sguardo con una piccola idea di mondo. Speriamo lo conservi.
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