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È nata una stella

Regia di Frank Pierson vedi scheda film

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La recensione su È nata una stella

di port cros
3 stelle

La versione 2018, con i suoi difetti, batte questa del 1976, ove il regista fa la scellerata scelta di non usare la musica come filo conduttore della narrazione, nonostante abbia la Streisand a disposizione, preferendole dialoghi imbarazzanti nella loro atroce banalità.

 

Terza reincarnazione dela sempiterna favola di “E' nata una stella”, quella degli anni 70, diretta da Frank Pierson ed interpretata da Kris Kristoferson e Barbara Streisand, mi ha incuriosito soprattutto per poter fare un confronto con la quarta versione, opera prima di Bradley Cooper regista, interpretata dallo stesso insieme a Lady Gaga, vista alcuni mesi fa al cinema.

 

La storia è sempre la medesima, anche se cambiano l'ambientazione temporale, il genere musicale ed i nomi degli personaggi (qui rispettivamente John ed Esther): quella dell’affermato cantante che scopre il talento acerbo di una anonima ragazza che si esibisce nei club e, innamorandosene,  la lancia nell’empireo della celebrità, mentre nel contempo la sua stella sembra definitivamente appannarsi tra i fumi dell'alcool.

 

 

Kris Kristofferson, Barbra Streisand

È nata una stella (1976): Kris Kristofferson, Barbra Streisand

 

 

Se Cooper era ben riuscito a strutturare almeno la prima parte della sua pellicola, incentrandola sui numeri musicali, per poi appiattirsi nella seconda, qui Pierson parte male e peggio continua. Pur avendo a disposizione un mito del canto come la Streisand e un musicista country come interprete maschile, il regista fa la scellerata scelta di non utilizzare la musica come filo conduttore della narrazione, preferendole dialoghi imbarazzanti nella loro atroce banalità.

Le perfette esibizioni vocali della Streisand qui sembrano scorporate dall'andamento del film, come degli inserti musicali che vanno ad interrompere la narrazione piuttosto che ad inserirvisi in maniera organica. Basta vedere quando Esther viene trascinata a forza sul palco per cantare The woman in the moon, momento corrispondente a Shallow nel film del 2018, per capire come Cooper sia risuscito a trasmettere molto meglio la paura e l'emozione della debuttante che spicca il volo verso il successo.

 

 

Barbra Streisand

È nata una stella (1976): Barbra Streisand

 

 

Nella seconda parte, in cui il film più recente segue una parabola discendente verso la noia, le differenze appaiono meno marcate, seppur la sceneggiatura del 1976 continui a spiccare per i suoi lampanti demeriti, attenuati solo dalla maggiore brevità. Meno male che possiamo almeno ascoltare Barbra in Lost Inside of You ed infine in "With One More Look at You"/"Watch Closely Now" , pezzone finale ove però, ancora una volta, la perfezione dell'esecuzione stride con la sconnessione con il narrato, mentre invece "I'll Never Love Again" di Lady Gaga riconnetteva emotivamente le sfilacciature dell'ora e passa precedente.

 

Spero presto vedere come se l'è cavata George Cukor con Judy Garland nel 1954....

 

 

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