Regia di Andrej Tarkovskij vedi scheda film
VOTO 10/10 Esempio di un "cinema di poesia" di difficile lettura ma di forte appagamento emotivo, il film è una riflessione autobiografica compiuta da un artista in crisi sul proprio presente e il proprio passato, sul privato e sul pubblico del proprio paese, realizzata alternando scene di fiction e brani di cinegiornali d'epoca, momenti di abbandono visionario e altri di scavo introspettivo e psicologico. Un "poema cinematografico" costruito con estrema libertà narrativa e drammaturgica, con sequenze di intenso lirismo e altre piuttosto oscure ed ermetiche che metteranno a dura prova la resistenza di alcuni spettatori. Infatti, si tratta di un'opera ardua come può esserlo un romanzo di Joyce o di Virginia Woolf, ma da cui si esce incredibilmente arricchiti e grati all'autore per le bellezze figurative e l'incanto di un discorso che prende e talvolta commuove nel profondo. Nel cast spicca l'affascinante e bravissima Margarita Terekhova nel doppio ruolo della moglie e della madre : un'interpretazione da annoverare fra le migliori del cinema di Tarkovskij, che comunque non era un regista troppo dipendente dagli attori (da notare che anche il bambino che interpreta il figlio Ignat nei flashback del passato interpreta il personaggio principale da piccolo). Una voce fuori campo legge diverse poesie scritte dal padre del regista, Arsenij Tarkovskij: sono poesie certamente belle e suggestive, anche se forse intensificano l'impressione di oscurità che a tratti si avverte.
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