Regia di Carine Tardieu vedi scheda film
VENEZIA 81: ORIZZONTI
Una libraia cinquantenne single di nome Sandra (Valeria Bruni Tedeschi) si trova, per forza di cose, indotta dalle drammatiche circostanze a tirar fuori quel carisma materno di cui ella si riteneva completamente estranea, per aiutare un giovane padre suo vicino di casa (Pio Marmaï), non appena la moglie di costui muore di parto del loro figlio secondogenito.
Sentitasi costretta a badare al bimbo più grande poco prima di questa disgrazia, la donna allacci poco per volta una sintonia col bimbo, tenero e disperato nel suo intimo per la scomparsa della madre.
Si forma quindi, tra due appartamenti adiacenti di uno stesso condominio, una sorta di famiglia allargata ove Sandra si ritrova dapprima nel ruolo di madre putativa,e poi persino in quella di amante del suo ben più giovane vicino vedovo.
Ma il subentro di una dinamica e vivace pediatra (Vimala Pons),e del padre naturale del bimbo più grande (dall'esilarante verve dell'inconfondibile Raphaël Quenard, attore feticcio quasi sempre irresistibile di Quentin Dupieux) complicherà ulteriormente quel colorito mosaico i anime incerte ed inquiete.
Carine Tardieu, già regista di Toglimi un dubbio (2017) e I giovani amanti 2021), dirige con sensibilità e brio un film che riflette sulla necessità di un equilibrio familiare e sentimentale come base naturale per una esistenza più serena e realizzata, sia da parte delle giovani creature che si vedono private prematuramente degli affetti familiari più basici e fondamentali, sia da parte di chi, adulto e vaccinato, ha imparato a costruire barriere di fronte alla possibilità di cadere in tentazione innamorandosi nuovamente quando la vita pareva aver insegnato già tutto.
A rendere speciale questo carosello di sentimenti e legami affettivi, ci pensa in cast illuminato,entro cui una straordinaria e sensibile Valeria Bruni Tedeschi riesce ad eccellere con la sua aurea di donna solo apparentemente realizzata e sicura di sé.
Il film si contorce un po' troppo nella sua fase finale, esagerando forse troppo con gli incastri sentimentali, ma si rivela un prodotto medio molto ben interpretato.
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