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Wishing on a Star

Regia di Péter Kerekes vedi scheda film

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La recensione su Wishing on a Star

di alan smithee
7 stelle

locandina

Wishing on a Star (2024): locandina

VENEZIA 81: ORIZZONTI

Dagli Orizzonti veneziani una bella sorpresa arriva con il film che ritrova in regia l'ottimo documentarista sloveno Péter Kerekes, già apprezzato nel 2021 sempre a Venezia-Orizzonti con il suo toccante 107 Mothers.

In questa sua brillante e divertente fatica, Kerekes presenta al pubblico Luciana, stravagante non più giovanissima astrologa napoletana, di stanza nel Nord Est, mentre ascolta le problematiche dei suoi clienti e mentre offre loro, come rimedio alle tante tribolazioni spesso a carattere affettivo/amorose, un singolare rimedio che la donna ritiene infallibile per fare realizzare ad ognuno i propri sogni.

scena

Wishing on a Star (2024): scena

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Wishing on a Star (2024): scena

Il segreto è trascorrere il giorno del loro compleanno in un certo luogo del globo terrestre, scelto scientemente dal suo programma astrale, per poter così rinascere sotto altre più positive influenze celesti.

La forza della folle docu-fiction messa in piedi dal bravo regista, sta soprattutto nel carisma non solo della straordinaria protagonista (una che, al di là di tutte le stravaganze, dimostra almeno di saper ascoltare i suoi clienti, prima di trovare la magica soluzione del viaggio), ma anche del variegato parterre che va a fondelli i suoi tirreni clienti: due gemelle rosse di capelli, una delle quali desidera divenire zia e per tal motivo cerca di fare innamorare la sorella.

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Wishing on a Star (2024): scena

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Wishing on a Star (2024): scena

Poi un impresario di pompe funebri scapolo e mammone.

Ancora una settantenne zitella di bell'aspetto che ne combina di tutti i colori.

Non ultima, la giovane moglie infelice di un anziano macellaio, che le preferisce un bel pezzo di manzo e la trascura dopo un idillio durato troppo poco e finito dopo il concepimento di due figlie.

 

Si ride, ci si diverte, ma c'è anche qualcosa di allarmante e magico nella descrizione di un mondo periferico di disperazione contenuta a stento, e affrontata con un atteggiamento che vita al grottesco, come è probabilmente giusto che sia, senza dimenticarsi di fare trapelare quella umanità di fondo che rende l'individuo un concentrato di emozioni ed emotività che non permette duplicati e rende ognuno unico ed universale.

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