Regia di Murat Firatoglu vedi scheda film
Venezia 81. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.
Murat F?rato?lu è un avvocato turco con la passione per il cinema. Pratica regolarmente la professione ad ha studiato cinematografia in una prestigiosa scuola del paese allo scopo di regalarsi l'opportunità di ritrarre la società turca e le sue endemiche discrepanze attraverso lo sguardo sincero e spietato della macchina da presa. Cosa mai accomuni l'avvocatura ed il cinema è cosa sin troppo ovvia. I diritti della persona in Turchia sono questione assai delicata per cui il binomio tra legge ed arte non è fuori luogo specie se il cinema si occupa di diritti e doveri.
F?rato?lu racconta il litigio tra l'operaio Eyüp ed il suo capo, Hemme, che non gli ha ancora pagato lo stipendio nonostante le insistenze. Durante il battibecco volano parole grosse. Lo scontro tra i due uomini, provati dal caldo torrido dei campi, dalla fatica del lavoro e dalle difficoltà a far quadrare i conti, si sposta dall'arido terreno economico al campo minato dell'onore e della virilità.
F?rato?lu ci racconta uno di quei giorni in cui Hemme potrebbe morire, un giorno in cui qualcuno alla frutta, potrebbe ammazzare l'Hemme di turno, incapace di sfuggire al proprio misero destino e di incanalare la rabbia in qualcosa di costruttivo. Alla base del racconto, di questa parabola spirituale e materiale, vi è la povertà che impedisce alle persone come Eyüp di prendere le decisioni più sensate.
Il regista ambienta la propria storia nel martoriato territorio curdo e si diverte a complicare la vita dell'operaio, disseminando il cammino della vendetta di ostacoli che procrastinano la somministrazione del delitto. L'artificio permette a F?rato?lu di raccontare, pazientemente, l'insensatezza della violenza, la discontinuità del lavoro ed il cinismo della povertà.
Il regista inquadra le contraddizioni sociali che da una parte spingono verso un'onorevole vendetta mentre dall'altra inneggiano alla conviviale fruizione del tempo e degli spazi comuni. I personaggi che, inconsapevolmente, ostacolano Eyüp riflettono il presente con il desiderio di progresso, la zavorra delle tradizioni, la povertà, la speculazione, il consumismo travolgente, le pance vuote, le auto scintillanti, le pistole cariche, gli smartphone di ultima generazione, la vecchiaia un tempo venerata ed ora simulacro insopportabile di una condizione generale di staticità ed oppressione.
Nel campo assolato, cosparso di pomodori destinati, probabilmente, ai ricchi mercati dell'Occidente, le anime ed i corpi degli uomini e delle donne avvizziscono nell'incertezza, ricordando i frutti polposi lasciati ad essiccare pian piano. Il sale sparso con manate vigorose simboleggia le ferite dolorose che il destino ha scientemente distribuito. Quello che F?rato?lu ci vuol dire è che la vita ha reso a queste persone il medesimo servizio che il sole offre al carnoso frutto del pomodoro, prosciugando qualunque speranza di giustizia sociale.
"One of those days when Hemme dies" è un'opera prima interessante che ha fatto presa sulla giuria di Orizzonti ottenendo il Premio Speciale della Giuria. Il film a mio avviso è ben diretto. Il regista segue i suoi personaggi senza intervenire lasciando a loro il compito di scrivere in modo naturale e spontaneo la storia. La scrittura però è ferruginosa. Lascia disorientati e manca di logica nei passaggi che dovrebbero fare da raccordo alle varie sequenze. In particolare mi riferisco ai passaggi confusi che dovrebbero seguire il percorso della motocicletta del protagonista abbandonata in un campo e poi ripresa sul fare del tramonto nel medesimo luogo. Qualche incertezza nella scrittura non inficia, tuttavia, il risultato finale. Il destino di Eyüp non è ancora deciso.
Il cinema di F?rato?lu è un pomodoro fresco e succoso appena steso al sole. Il tempo ci dirà se il frutto essiccato sprigionerà profumi e sapori ugualmente irresistibili.
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