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Happy Holidays

Regia di Scandar Copti vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Happy Holidays

di alan smithee
7 stelle

Manar Shehab, Wafaa Aoun

Happy Holidays (2024): Manar Shehab, Wafaa Aoun

VENEZIA 81: ORIZZONTI - PREMIO PER LA MIGLIOR SCENEGGIATURA

Un incastro narrativo complesso segna il ritorno in regia del bravo regista israeliano Scandar Copti, noto per il suo bellissimo ed intenso Ajami del 2009, co-diretto assieme a Yaron Shani (noto per il trittico Love Trilogy).

Rami è un palestinese che ha avuto una relazione con una donna ebrea.

Quando lei gli comunica di essere incinta, lui dà per scontato che la donna desideri abortire, e rimane di sanno nell'apprendere che invece lei quel.bambino vuole tenerselo anche senza che il padre naturale lo riconosca.

Poco dopo la storia vira su Hanan, impegnata ad organizzare il fastiso matrimonio di sua figlia, incurante fino a che riesce dei problemi economici le causeranno diverse complicazioni.

Meirav Memoresky

Happy Holidays (2024): Meirav Memoresky

Poi è la volta di Miri, madre tenace che cerca di affrontare la depressione di sua figlia, affrontando la drammatica vicenda che le unisce con uno sguardo da un'altra dimensione.

Infine c'è Fifi, che vive con la consapevolezza e il rimorso di aver nascosto qualcosa che potrebbe danneggiare la sua famiglia.

Scandar Copti realizza un racconto composito a carattere morale, attraverso il quale si cerca di dimostrare come differenti problematiche esistenziali ma anche di natura pratica e concreta.

Happy holidays, titolo dal sapore amaro e dal suono sarcastico, è strutturato in quattro capitoli, seguendo la storia di due famiglie una palestinese e una israeliana, i cui alcuni personaggi si intrecciano ed intersecano tra una storia e l'altra, che varia a seconda del punto di vista dei vari personaggi coinvolti.

 

scena

Happy Holidays (2024): scena

Manar Shehab

Happy Holidays (2024): Manar Shehab

Il film è davvero il frutto di una scrittura elaborata ed audace, che sa dipanarsi tra problematiche materiali e dilemmi esistenziali, fino a raggiungere la sfera privata di un dramma che coinvolge madre e figlia ove la prima risulta incapace di accettare una tragedia di fatto da troppo tempo annunciata e trascurata.

Ancora una volta Copti si rivela un regista in grado di emozionare e di saper rendere concreta la tensione emotiva che si vive nei territori mediorientali ora dilaniati da una guerra che oppone due popoli dividi da culture, religioni e razze che non riescono a trovare il modo di arrivare una una da troppo tempo auspicata forma di conciliazione o almeno.di tregua.

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