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Volonté - L'uomo dai mille volti

Regia di Francesco Zippel vedi scheda film

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La recensione su Volonté - L'uomo dai mille volti

di lamettrie
8 stelle

Un ottimo documentario sul più grande, secondo molti, attore drammatico italiano di sempre.

Zippel mescola con eleganza e fascino registri fra i più diversi: da quello suggestivo, così presente nell’arte drammaturgica, tanto intimo, fino a quello politico, dell’impegno politico esplicito, de comunista militante. Che dopo la fine del socialismo reale si trovò senza riferimenti, come dice questa sceneggiatura: dopo pochissimi, anni, incontrò la morte prematura a soli 61 anni.

Corretto, e splendido, il ritratto psicologico che ne emerge: un amante vero della giustizia, he per essere tale deve contestare ogni forma di ingiustizia. Come ha fatto in piazza, ma anche con la sua mirabile arte, che qui trova un suo giusto omaggio, in mezzo alle varie citazioni teatrali, televisive, cinematografiche.

Nela sua sete di umanità, viene visto per quel che è. Non una star, ruolo da cui rifugge, pur essendolo, per via della innaturalezza cui sarebbe stato esposto – interessanti sono le parti in cui lui risponde imbarazzato, e con toni fuori luogo, alle interviste, come se non avesse niente da dire, proprio lui che mostrò sempre una coscienza profondissima e lucida delle tematiche del suo tempo. Non un uomo perfetto: gli adulteri, le spigolosità caratteriali appaiono, assieme alla ricerca maniacale - e utopica - della perfezione sul set. Perfezione alla quale era conscio di non poter arrivare, però, per la limitatezza dei mezzi umani.

Lodevole lo scandaglio della sua personalità attraverso i suoi affetti: la figlia, l’ultima compagna, il rapporto vitale col mare.

Ma anche, dentro a ciò, lo scandaglio del suo dolore: la sfortuna di avere un padre milite fascista, un vero violento dunque, inoltre padre assente anche perché in carcere dopo la Liberazione; un fratello morto suicida in carcere dove si trovava per un omicidio involontario , anche egli di destra, attore a sua volta; le difficoltà economiche e professionali che dovette subire – infatti, dopo l’arresto del padre dovette ingegnarsi per tirare a campare; e fece non poca fatica a mantenersi per tanti anni in varie compagnie, lui che pure è fu un gigante dalle recitazione, dal peso specifico incommensurabilmente superiore alla medie dei suoi colleghi con cui allora doveva recitare.

Il personaggio risulta immenso, anche e soprattutto per l’impegno politico e civile: un uomo giusto, affettuoso, che oggi si sentirebbe a disagio molto più di quanto si sentiva allora, per via del degrado etico e civile che è stato ottenuto da quelle élite del capitalismo che lui correttamente denunciava.

Ma il personaggio risulta immenso anche per le capacità stilistiche: il suo perfezionismo, il suo mimetismo nelle parti, la profondità.

Qualità tecniche che sono ben sottolineate da un insieme di attori italiani giustamente famosi oggi, ma che lo video solo da giovanissimi. E che non poterono che, per quanto implicitamente, crescere sotto il suo mito.

Un mito meritato, vivente e postumo.

    

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