Regia di Zoey Martinson vedi scheda film
Bel film che partendo da una storia surreale porta sullo schermo tante riflessioni: scontri generazionali e scontri culturali che si comprendono e ai incontrano più di quanto ci si potrebbe aspettare. Da vedere
The fisherman è un film che mi ha colpito molto. Presentato all'81ª mostra di Venezia nell'ambito del progetto Biennale College, la pellicola di Martinaon racconta la storia di un gruppo di pescatori ghanesi che cerca di realizzare un sogno: quello di avere una propria barca e potere affermarsi con un'attività indipendente. Il gruppo è costituito da un vecchio Oluu, dei ragazzi che si sentono messi in disparte e un ragazza che sogna di potere diventare capo barca, ma che per i limiti patriarcali della tradizione non potrebbe nemmeno andare in mare tra i pescatori.
Il percorso che il gruppo farà per ottenere questo obiettivo li porterà a conoscersi meglio e ad apprezzarsi nell'incrocio tra passato e presente, tra tradizione e nuova epoca, tra villaggio e città. Ma anche ad accettare ciò che arriva di buono dal nuovo, a comprendere le frustrazioni,le delusioni e le difficoltà che ogni persona del gruppo prova. È un film che non si può dare per scontato e non mi aspettavo in realtà di trovarci degli argomenti così profondi e così tanti messaggi. L'unico messaggio non trovato è quello di un pesce parlante portafortuna, per il resto la sceneggiatura non sbaglia una battuta. Il film tratta del rapporto tra la tradizione e una nuova generazione, ma anche la relazione tra padre e figlia, la stima che ci si aspetta di avere o che venga maturata. C'è il rapporto tra i giovani che sembrano quasi non riuscire a comunicare con gli anziani e poi in realtà vedono che i propri sogni vengono accettati e conquistati anche grazie all'aiuto degli anziani.
Alla fine il film porta un chiaro messaggio d'amore universale che infatti è l'ultimo messaggio che viene dato e la presa di coscienza che la ricchezza personale vale più della ricchezza di denaro o della affermazione personale. Quindi devo dire che è veramente un bel film e mi piace ricordare quello che dice Fred a Atta quando Atta gli dice che la figlia si vergogna di lui e che non la può neanche biasimare perché sa di essere limitato a un mondo che ormai non c'è più. Fred appoggiandosi a Atta gli dice: My wellness and yoga teacher once said The love is not something we give and get, But it's something you nurture and grow. Cioè grosso modo: L'amore non è qualcosa che diamo e riceviamo, ma è qualcosa che seminiamo e che cresce. Ecco questo film ha seminato più di un seme e credo che dopo averlo visto ci ai senta seminati e arricchiti e si potrà far crescere quel seme fino all'amore universale che non dovremmo mai dimenticare.
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