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Honeymoon

Regia di Zhanna Ozirna vedi scheda film

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La recensione su Honeymoon

di cantautoredelnulla
9 stelle

Un appartamento diventa la debole protezione di una coppia che rimane intrappolata nella propria casa dopo l'invasione della Russia in Ucraina. Incisivo, inchioda lo spettatore all'orrore narrato della guerra.

Roman Lutskyi e Ira Nirsha inchiodano lo spettatore allo schermo nel film che ha chiuso i film della Biennale College di Venezia all'81a Mostra del Cinema. Un avvenimento che ha sconvolto l'Europa, ancora inconcluso, non avrebbe potuto avere una lettura completa. L'orrore della guerra allora è raccontato attraverso le urla, i pianti, i colpi di fucile che si consumano al di là dell'appartamento dove Olya e Taras abitano e in cui sono rimasti intrappolati dopo l'invasione. La claustrofobia del racconto che raggiunge l'apice nel finale non lascia scampo: non è l'orrore di una prigionia, ma la mancanza di ossigeno della morte e della perdita della libertà. I due protagonisti affrontano questo dramma che è un'enormità confrontandosi sul valore dell'arte che sembra inutile di fronte alla guerra, ma che ci definisce come esseri umani e il valore della vita in sé, cercando vani momenti d'evasione, respirando con la paura di fare rumore e di tradire il proprio nascondiglio. Ho molto apprezzato la scelta della regista Zhanna Ozirna di non mostrare, ma raccontarci ciò che tutti abbiamo letto sui giornali attraverso il suono. L'orrore al di fuori dell'unico posto che può disperatamente offrire un debole riparo. Omicidi, stupri, bombardamenti... non manca niente. Un pugno nello stomaco che fa male e risveglia le coscienze addormentate di un Occidente che non fa abbassare per porre fine a questa efferatezza. Il film probabilmente più bello, semplice, quasi teatrale, ma genuino e diretto a chiudere una bellissima serie di pellicole proposte e finanziate dalla Biennale.

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