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Quiet Life

Regia di Alexandros Avranas vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Quiet Life

di alan smithee
5 stelle

scena

Quiet Life (2024): scena

VENEZIA 81: ORIZZONTI

Nel 2018, Natal'ja e Sergej, una coppia di insegnanti russi, trova rifugio in Svezia con le loro due giovani figlie, Alina e Katja.

La loro fuga è stata motivata dal desiderio di sfuggire alla persecuzione politica di cui si ritengono vittime in patria.

Tutto sembra a posto per ottenere la richiesta d'asilo: la casa che è stata loro assegnata risulta in perfetto stato e i rapporti familiari giudicati armoniosi e coerenti con un buon esito della pratica.

Le bimbe hanno imparato la lingua svedese, e l'integrazione lavorativa e scolastica dei quattro appare coerente con la richiesta portata avanti.

 

Grigoriy Dobrygin, Chulpan Khamatova

Quiet Life (2024): Grigoriy Dobrygin, Chulpan Khamatova

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Quiet Life (2024): scena

Quando tuttavia, contrariamente alle aspettative, la loro richiesta di asilo viene respinta, la figlia più piccola, Katja, cade improvvisamente in un profondo stato di catatonia che i medici non sanno come affrontare.

Si tratta della cosiddetta sindrome della rassegnazione, che poi, verrà accertato, si rivelerà un malessere assai diffuso e difficilmente affrontabile con cure dal buon e rapido esito. Il regista greco di Miss Violence (2013) e Dark Crimes (2016), Alexandre Avranas, torna in regia con un film che fa luce su una patologia molto particolare e di cui si sente parlare assai poco.

Il regista affronta il discorso con uno stile sommesso, lo stesso che gli è particolarmente familiare e accomuna il film alle sue opere precedenti.

scena

Quiet Life (2024): scena

 

Chulpan Khamatova, Grigoriy Dobrygin

Quiet Life (2024): Chulpan Khamatova, Grigoriy Dobrygin

Ma il film stava non lascia spazio a sparire o ironie e descrive una situazione drammatica senza potersi permettere divagazioni.

Pertanto lo spettatore rimane sempre in bilico tra il tentativo di trovare una chiave di lettura che vada oltre le drammatiche vicende narrate, senza mai trovare conferme circa una variante di lettura possibile.

Si resta un po' disorientati da tutto ciò, posto che si viene a conoscenza dei sintomi di una patologia che pare essere molto più diffusa, in questo periodo di esodi forzati ed incertezze sul futuro, di quanto si possa percepire.

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