Regia di Wang Bing vedi scheda film
VENEZIA 81: CONCORSO
È ora di tornarsene a casa.
Dopo i primi due capitoli, Spring (in Concorso a Cannes)e Hard Times (a Locarno) in cui il gran regista cinese ci ha documentato la frenetica attività in cui si prodigano migliaia di giovani operai tessili nella valle di cemento e tessuti di Zhili, nella periferia industriale ed inquinatissima di Shangai, Homecoming ritrova gli stessi intraprendenti giovani alle prese con le problematiche legate al ritorno a casa per il Capodanno cinese, ma anche con la crisi della fabbrica ove condividono ore e ore di lavoro e ove vivono ininterrottamente notte e giorno, osservando ritmi da sfruttamento in Occidente impensabili.
Il ritorno a casa trova comunque tutti impegnati nei ferventi preparativi, ma soprattutto protesi a chiudere il ciclo degli incassi affinché ognuno possa disporre dei fondi necessari per raggiungere il proprio domicilio e la propria famiglia.
E ognuno festeggia la ricorrenza condizionato da udi, costumi e rituali che caratterizzano e sfaccettato un paese enorme e inevitabilmente eterogeneo nelle sue usanze e tradizioni.
Wang Bing si attacca ai suoi personaggi diventando, come ormai è sana abitudine e prassi incredibile da decenni per lo straordinario documentarista, una cosa sola con i vari personaggi presi in considerazione, che travasano se stessi dinanzi alla camera mobile che li coglie naturali e per nulla edulcorati nell'esercizio sempre affannato del loro vivere quotidiano.
La trilogia si chiude con ancora più incognite di quando e nata, e riproduce le ansie di prestazione, il desiderio di accumulo di ricchezza di un popolo sempre più svuotato di valori e sempre più proteso alla conquista di una indipendenza che si rivela sempre più ardua da raggiungere.
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