Regia di Emmanuel Mouret vedi scheda film
Cosa si farebbe per amicizia e cosa si farebbe per amore. Cosa vuol dire tradire un partner, perdere un partner, trovare un partner, pensarsi con un partner o meno. È la scacchiera delle relazioni, anche se è impossibile vincere con uno scacco matto; è un puzzle, ma spesso si trovano pezzi ininseribili; forse è più morra cinese. Lasciare che succeda tutto, che “Dio li accoppi”, e sperare che funzioni, che l’amore regga e non scompaia così come un fantasma. La ronde di Emmanuel Mouret conferma la tendenza del suo cinema a creare agoni sentimentali in cui tutti si amano/si fanno del male e in cui lo spettatore potrebbe identificarsi/capire entrambe le fazioni, non solo per tediosa e meccanica “caratterizzazione dei personaggi”, ma anche per necessità emotiva e anti-tragica. “Non aggiungere tragedia alla tragedia”, dice un personaggio, ed ecco che capire tutti e capirsi permette a uno sguardo registico ironicamente demiurgico di riscrivere i canoni del melodramma, evitando l’aneddotica rohmeriana. E non solo: diffidare dai paragoni con Woody Allen, antico modello di Mouret ora fatto trascendere. Il cinismo è sgranato, il sarcasmo più sottile, e il caso agisce sui sentimenti e non sugli eventi. Cast magnifico.
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