Regia di Siew Hua Yeo vedi scheda film
VENEZIA 81 - CONCORSO
Guardare ed essere guardati, in una dinamica urbanistica e sociale ove la sicurezza impone di abbandonare, o trascurare e mortificare quei diritti di riservatezza che, mai come in questi ultimi due decenni, si rivendicano e pretendono come diritti inalienabili.
A seguito della misteriosa scomparsa della propria bambina, una giovane coppia indaga guardinga sottoponendo alla propria attenzione video familiari fatti fino a poco prima alla bambina e guardando stralci di video che la polizia gli sottopone. La coppia di disperati giovani genitori però inizia anche a ricevere strani video anonimi e si rende conto che qualcuno ha filmato la loro vita quotidiana, persino i momenti più intimi.
La polizia sorveglia la zona per capire se un voyeur potesse essere responsabile di quell'atto crudele e vergognoso.
Ma è la famiglia che, sottoposta ad uno stress indicibile, inizia poco per volta a sgretolarsi, venendo a meno la fiducia tra coniugi che si sfalda osservando i particolari che le nuove riprese anonime maliziosamente mettono in luce.
Il giovane padre di famiglia, individuato un vicino che cattura la sua attenzione e pare possedere tutti i requisiti del voyeur che li minaccia, inizia la sua estenuante ricerca del responsabile del rapimento.
Ma l'armonia coppia è ormai fatalmente compromessa, e certi giudizi di colpevolezza a volte creano amare illusioni e falsi colpevoli, degenerando in atti di giustizia privata, quasi sempre fuori luogo, e a loro volta responsabili di creare nuovi disagi e scompensi alla persona che si ritiene erroneamente responsabile.
Stranger eyes, che trova nel cast l'attore feticcio di Tsai Ming Liang, Lee Kang Sheng, ed è il primo film in concorso a Venezia di provenienza da Singapore, è l'ultima, incalzante fatica cinematografica del bravo cineasta Siew Hua Yeo, premiato a Locarno col Pardo d'Oro nel 2018 per il suo A Land imagined.
Un film che parte da una tragedia lancinante come la sparizione di un figlio per riflettere il mostro attuale stati di individui spiati ed in procinto di spiare, attuando tattiche investigative che spesso ci inducono a portare avanti supposizioni errate di partenza e a formulare giudizi di colpevolezza arbitrari e poco suffragati da prove concrete e spiazzanti.
In una società monitorata e filmata in ogni ambiente pubblico, spesso spiata nel privato quando il voyeurismo e la curiosità inducono a oltrepassare i limiti di una privacy solo teorica da quando ha iniziato ad esistere concettualmente e giuridicamente, ogni capacità di valutazione va rimessa in discussione.
Stranger eyes riflette lucidamente su queste scottanti tematiche, attraverso un thriller che affronta, con la formalità apparentemente domestica di una ripresa video non professionale, una tematica che ha reso unico il cinema di Hitchcock con il capolavoro de La finestra sul cortile, ma anche esaltato la dinamica voyeuristica di autori morbosi ed inquietanti come Michael Haneke di Niente da nascondere. Forte di tutti questi stimoli e tematiche scottanti, il film destabilizzante di Siew Hua Yeo si rivela come uno dei più vitali e spiazzanti del Concorso veneziano.
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