La recensione su Love

di port cros

7 stelle

81ma MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2024) - IN CONCORSO

La prima scena ospedaliera in cui un uomo si sente formulare una diagnosi di tumore alla prostata mi ha fatto pensare (temere) di trovarmi davanti a uno di quei film, quasi sempre iettatori , sulla malattia terminale. Invece l'incipit ci introduce semplicemente all'ambiente di lavoro dei protagonisti, l'urologa Marianne e l'infermiere Tor, ma il film norvegese non ci racconta tanto la vita professionale quanto quella sentimentale, tra amori possibili e incontri fugaci che hanno come sfondo la capitale Oslo.

Sul traghetto che li riporta a casa dopo il lavoro Tor racconta a Marianne degli incontri che tramite l'app Grindr combina con uomini anche loro in viaggio su quel braccio di mare , a volte a fini sessuali, a volte solo per parlare e sfogarsi. La dottoressa ha un'amica che lavora nella Commissione culturale del Comune e tramite lei incontra un geologo divorziato con cui è incerta se avviare una relazione impegnata.

Film parte di una trilogia, basato sulla parola e sui dialoghi di cui è fitto, senza essere logorroico, Kjaelighet (Love) affronta con sensibilità il racconto dei sentimenti nell'età contemporanea, le relazioni spesso fragili e complicate in un ambiente urbano dove l'amore si apre a nuove dimensioni, ma tuttavia incontra nuove e crescenti difficoltà.

Il regista Dag Johan Haugerud adotta un delicato stile minimalista, al servizio della sceneggiatura e soprattutto dei dialoghi-incontri-scambi tra i personaggi, regalandoci anche scorci suggestivi della città di Oslo e riuscendo a farci parteggiare per i suoi imperfetti protagonisti che non rinunciano a cercare il contatto umano.

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