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The Quiet Son

Regia di Delphine Coulin, Muriel Coulin vedi scheda film

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La recensione su The Quiet Son

di port cros
5 stelle

81ma MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2024)  - IN CONCORSO

 

 

Pierre (Vincent Lindon), un padre vedovo della Lorena, operaio nella posa dei binari ferroviari ormai prossimo alla pensione, ha tirato su due figli maschi ormai quasi ventenni: Louis, il figlio modello e il più turbolento Fus (Benjamin Voisin). Quest'ultimo a partire dal tifo calcistico si avvicina agli ambienti violenti dell'estrema destra, mettendo in discussione il rapporto col padre da sempre di idee di sinistra.

Mentre Louis viene accettato alla Sorbona, l'unità familiare si disgrega tra scontri in casa del figlio ribelle con il padre e pestaggi compiuti e subiti fuori casa.

 

Le sorelle registe Delphine e Muriel Coulin traggono dal romanzo di Laurent Petit Mangin un dramma familiare irrisolto, che non mantiene le premesse iniziali. Dopo una tutto sommato buona presentazione dei protagonisti e della famiglia, la trama si avviluppa su se stessa, disperde la narrazione in divagazioni inutili e banali, perdendo a volte il focus sui legami che contano. Le autrici non provano neppure a farci comprendere le ragioni delle scelte di Fus, al di là di un generico risentimento per il legame privilegiato tra il padre e il fratello, né ci mostra l'ambiente a cui il ragazzo ha scelto di aderire contro le aspettative paterne, se si eccettua uno stereotipato incontro di pugilato tra neofascisti assatanati.

 

Non trovo tuttavia scandalosa la Coppa Volpi assegnata a Vincent Lindon, essendo la sua interpretazione di figura paterna spaesata e priva di risposte tra quanto resta da salvare in un film deludente.

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