Regia di Justin Kurzel vedi scheda film
Nel nordovest degli USA, nel 1983, l'agente dell'FBI Terry Husk indaga su una serie di violente rapine in banca. La sua indagine lo porta a scoprire che i responsabili non sono criminali comuni, ma un gruppo di suprematisti bianchi guidato dal carismatico Robert Matthews, che pianifica un ambizioso atto terroristico.
Soggetto molto attuale tratto da una storia vera passata che assomiglia però anche molto a certe storie reali contemporanee.
Il film di Kruzel è uno dei migliori passati in rassegna a Venezia 81. L’esclusione dal palmares non deve ingannare lo spettatore, sappiamo che i film di genere fanno sempre molta fatica in queste rassegne. Diciamo pure che sono già spacciati in partenza.
Il genere è infatti proprio il punto di forza di “The Order.” Siamo difronte a un thriller molto solido, classico nella rappresentazione dei buoni e dei cattivi, ma intelligente nel dribblare certe trappole retoriche a cui di solito ci si appoggia per caratterizzare i personaggi. La regia è matura, ottime le scene di azione, ma ancor migliore la capacità di alzare il livello della tensione creando una forte aspettativa nello spettatore, di conseguenza diventa molto facile immedesimarsi nei personaggi e lasciarsi coinvolgere dalla storia.
La pellicola ha una sola mancanza e si avverte nella scena finale. Probabilmente vuole essere solo un omaggio, ma finisce per avvicinarsi troppo a emulare un illustre predecessore: “Il cacciatore” di Michael Cimino. Un thriller di qualità possiede tutte le caratteristiche sopra descritte, un thriller ambizioso riesce a liberarsi dai compartimenti stagni di una storia reale nella quale è necessariamente imbrigliato e ad affiancarci una propria visione personale, riflessiva. In “The Order” c’è indubbiamente la mano di un regista maturo, manca forse un po’ di personalità.
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