Regia di Walter Salles vedi scheda film
VENEZIA 81 - CONCORSO - PREMIO OSELLA PER LA MIGLIORE SCENEGGIATURA
Nella Rio De Janeiro di inizi anni '70, la agiata famiglia di un ex politico tornato alla professione di architetto dopo un periodo di esilio, si trova le forze dell'esercito in casa con l'intento di accertare certe posizioni anti regime scelte tempo addietro dal capofamiglia. Portati in un luogo segreto i due coniugi, interrogati e sotto pressione, solo la moglie e madre di cinque figli farà rientro a casa.
Del marito non si saprà più nulla, andandosi la sua tetta sorte ad aggiungersi alla lista delle migliaia di desaparecidos che anche in Brasile si verificarono, in attuazione di una politica di repressione delle correnti dissidenti, tipica dei paesi confinanti, prima fra tutti l'Argentina.
Il ritorno in regia del mai dimenticato regista degli intensi Central do Brasil (1997) e I diari della motocicletta (2004), Walter Salles, a oltre 13 anni dalla trasposizione di On the Road, avviene con un soggetto urgente, importante, che ha animato e motivato Salles durante questo ultimo periodo politicamente piuttosto controverso per il Brasile.
La storia drammatica e il calvario umano, anzi disumano a cui viene sottoposta la famiglia della attivista Eunice Pavia, si trasforma in un limpido film di denuncia che Salles conduce con la solita maestria - forse schiavo di una narrazione un po' troppo tradizionalista e formale, ma di sicuro effetto sul pubblico.
Merito del pathos che la drammatica vicenda realmente occorsa si porta dietro, è da attribuirsi anche alla bravura di due attrici prescelte a dominare lo schermo, che si scambiano il testimone in una ideale staffetta di vita interpretando il medesimo personaggio nella età di mezzo e nella vecchiaia.
Si tratta di Fernanda Torres, magnifica, e della indimenticata protagonista di Centrale do Brasile, l'ultra novantenne Fernanda Montenegro, che appare in poche intense scene finali raccogliendo emozioni e commozione sul pubblico.
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