Regia di Roberto Mauri vedi scheda film
Ovviamente questa pellicola non c’entra nulla con i due Trinità della coppia Spencer-Hill, se non per il fatto che è stata girata per buona parte nelle stesse location [in evidenza le cascate del Treja a Monte Gelato, nel comune di Mazzano Romano (RM)]. Si tratta invece della diffusa quanto inutile prassi di sfruttare, oltre il buon senso (come in questo caso), titoli di film campioni d’incassi per aggirare gli spettatori meno avveduti, propinando loro, solitamente, un prodotto di infimo livello. In effetti, il factotum Roberto Mauri (pseudonimo di Giuseppe Tagliavia) risulta il principale artefice di questa trovata e si ha la netta sensazione che il regista siciliano abbia in testa solo il titolo, mentre il soggetto e la sceneggiatura (sempre suoi) siano solo un optional secondario da infarcire con qualunque banalità. Nasce così un pittoresco personaggio, dall’altisonante nome di Spirito Santo (Vassili Karis), in odore di blasfemia, visto che altri non è che un ladro ed un assassino. Si passa poi ad un prete svitato (José Torres) che, scoperto il nome del protagonista, quasi si scandalizza, per poi chiedere aiuto al Signore per l’imminente rapina che proprio lui trasformerà in una carneficina! La chiusura è ad effetto, con un Nativo americano (Dick Palmer, ovvero il sardo Mimmo Palmara) come sceriffo, tenendo ben presente che, subito dopo la guerra di secessione (1861-1865), sarebbe stato più facile, per un “Indiano d’America”, andare sulla Luna a cavallo, piuttosto che diventare tutore della legge nella più insignificante delle contee del Paese. Una cosa buona che l’orrenda regia di Mauri poteva fare, era quella di indugiare sulla bella Margaret Rose Keil (che si firma solo Margaret Rose); invece fa il perfetto censore stando bene attento a non mostrare nulla. Peccato… ma per chi ha poca immaginazione, si potrà gustare l’attrice tedesca in tutto il suo splendore nei tanti film erotico-boccacceschi che andrà ad interpretare da lì ad un anno. Inutile illudersi che questa farsaccia sia un’operazione a sé: Karis tornerà a vestire i panni del protagonista, dal nomignolo alquanto irriguardoso, in “Bada alla tua pelle, Spirito Santo!” e “Spirito Santo e le cinque magnifiche canaglie”, tutti del 1972 e tutti diretti dal prolifico Mauri. Nello stesso periodo, anche Gianni Garko darà una diversa interpretazione dello stesso personaggio in “Uomo avvisato mezzo ammazzato... parola di Spirito Santo” (1972) di Giuliano Carnimeo.
Carlo Savina, valido compositore assai sottovalutato, firma una buona colonna sonora che avrebbe meritato uno spaghetti-western di ben altra caratura.
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