Regia di Antonietta De Lillo vedi scheda film
Come oramai già sapete, i documentari non sono proprio nelle mie corde, ma L’occhio della gallina mi ha stupito
Il documentario è stato presentato alla mostra del cinema di Venezia 2024 nella sezione delle Giornate degli autori
Conoscevo ovviamente Antonietta De Lillo e conoscevo, in parte, la storia del suo film: “Il resto di niente” del 2004.
Ma questo documentario va oltre: è un cammino sulla sua vita, la sua storia, e chiaramente anche i suoi problemi avuti con la distribuzione, e non solo, di quel film.
Un documentario che è pure un biopic piuttosto ben riuscito, anche perché le mani sapienti di Antonietta De Lillo sanno come creare il giusto mix.
Non annoia mai e anzi, trova continuamente gli appigli giusti per non stancare mai.
È proprio un dialogo, tra la regista e i suoi collaboratori ma anche con noi che siamo gli spettatori della sua opera.
Ci vuole raccontare il suo punto di vista sulla vicenda “il resto di niente” ma anche sulla successiva richiesta di fondi per il film “Morta di Soap” che si spera prossimamente vedrà la luce.
Bellissimi i dialoghi con Maria De Medeiros, attrice protagonista di “Il resto è niente” ma i loro discorsi vanno molto al di la del film, parlando del mondo del cinema in generale.
Assolutamente da sottolineare l’omaggio ad Alda Merini che come sempre risulta attualissima e profonda.
Ciò che colpisce molto in questa pellicola è l’alternarsi di video famigliari, con la regista giovane, o con la figlia ancora bambina e il documentario vero e proprio sulle traversie subite negli ultimi 20 anni.
Questo film da un colpo importante anche al cinema italiano, evidenziando come, esattamente come ad Hollywood, abbiamo una società cinematografica corrotta e fatta di accordi e conoscenze.
Se non conoscete le traversie politico giuridiche (passando tra governi di destra e sinistra indifferentemente e indifferenti) di Antonietta De Lillo, è la visione giusta.
Un documentario leggero e non noioso, a tratti tenero ma molto duro e diretto: per quanto non conosco personalmente Antonietta, credo rappresenti la personalità della regista.
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