Regia di Fabián Bielinsky vedi scheda film
Oramai sono passati un pò di anni,ma "Nove regine" è stato un titolo che ha fatto incetta di premi,e,nel sottogenere criminoso dei truffatori,è diventato un vero e proprio cult.Black comedy molto ironica,ricca di ingegnosi passaggi,giravolte di rapporti tra i personaggi,lacchezzi e sgambetti vari,la pellicola di Fabian Belinsky procede scorrevole e piacevole:di scena due gaglioffi,uno più scafato e vistosamente cinico,che vive di espedienti truffaldini,l'altro sembra associarglisi più per necessità repentina,che per altro.Provano a combinare un affaruccio,poi,vagando per cercare un sistema per procacciarsi dei soldi facili,si imbattono in una golosa occasione:francobolli preziosissimi,che se dati alle persone giuste,possono fruttare un bel gruzzolo.Ma la strada per arrivare all'obiettivo è tortuosa,e,come è consueto in certi casi,le sorprese non finiscono mai.... Spigliato e costruito sullo sfondo della bancarotta argentina della fine del Novecento,il film diverte e intriga lo spettatore,giocando sul contrasto tra due personalità,l'estroverso e ciarliero,e il mite e pronto di ingegno,fino a un intrigo che coinvolgerà la famiglia del primo,per realizzare il colpaccio.Belinsky,che poi ha girato solo un altro film,e poi non ha più dato di sè notizie,dirige con brio,senza far perdere l'interesse al pubblico che assiste al gioco di specchi in cui consiste il suo lavoro,con un'ultima sferzata nella scena conclusiva.Ricardo Darìn,ancor più bravo nel successivo "Il segreto dei suoi occhi",impersona un figlio di buona donna con qualche punto fragile,e Gaston Pauls non cede mai sull'apparente candore della maschera del suo personaggio.Un film che stuzzica e intrattiene con vivacità e intelligenza.
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