Regia di Federica di Giacomo vedi scheda film
A oltre quarant'anni di distanza, il testo teatrale, scritto da Dario Fo con Franca Rame, trova una nuova giovinezza in questa docufiction, coraggiosamente firmata da Federica Di Giacomo (già autrice dei notevoli Liberami e Il palazzo). Oggi come ieri, il tema è quello dell'amore che va oltre la diade, spalancandosi ad altre possibilità. La molteplicità dei punti di vista - in una girandola di interviste, frammenti di vita amorosa che coinvolgono una coppia che trova in un terzo elemento un nuovo assetto, dibattiti pubblici e accoglienze festose alla messa in scena che Chiara Francini (qui in veste di produttrice oltre che di co-sceneggiatrice con Mario Sesti e la regista) ha portato sul palcoscenico con Alessandro Federico per quattro anni - fa da prisma a un'opera liberissima, nella quale è impossibile cogliere con nettezza i confini tra realtà e finzione. Il quadro che ne emerge - con un grande assente: il sesso - possiede la bellezza di una sospensione totale del giudizio da parte della regista, a dispetto della rigidità tetragona con cui la Francini sostiene il principio di monogamia. E lo fa incurante di una macchina da presa che ne registra le nevrosi, l'aggressività, l'atteggiamento parruccone e oltranzista, l'ossessione per il denaro ("io fatturo", ripete più volte anche alla pazientissima madre), restituendoci - casomai non lo sapessimo già - l'immagine di una donna tracotante, prevaricatrice e viziata. Un autentico controcanto a una questione complessa e serissima, fatta di reti sociali e senso di responsabilità.
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