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The Book of Joy

Regia di Camille Lugan vedi scheda film

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La recensione su The Book of Joy

di orsotenerone
4 stelle

Per le giornate degli autori oggi parlerò di Selon Joy, un film francese che non è propriamente riuscito, anzi.

 

In una città spenta e desolata, Joy è un’orfana con una fede profonda che non esce quasi mai dalla sua chiesa. Fino al giorno in cui incontra Andriy, un giovane che viene picchiato davanti a lei. Presto comprende che le loro strade sono destinate a incrociarsi.

Il film è un noir che però sembra più avere uno stile italiano che francese, ma si perde nei meandri del nulla più incredibile.

 

La trama del film è sconclusionata e non porta da nessuna parte, nulla di concreto. La regista ti porta in giro come una trottola senza arrivare ad alcun risultato.

Sembra voler sviluppare tantissimi temi, ma poi in conlcusione non riesce ad evidenziarne nemmeno uno. Tutto è un disastro, nulla riesce per il verso giusto.

 

 

Nemmeno i dialoghi si salvano, troppo finti e calcolati, quasi teatrali, ma di un teatro fatto in velocità e senza starci troppo dietro. Giusto per fare.

Sulle interpretazioni, ahimè Asia Argento non mi ha convinto per nulla, ma secondo me è dovuto più al film che a lei. E’ troppo confusionaria non si capisce chi sia realmente.

Sonia Bonny dimostra di poter essere una grande attrice: in una parte difficile da gestire riesce comunque a tirare fuori emozioni, convinzioni e debolezze.

 

Un’altra scena di Selon Joy che mi ha dato fastidio è stata la scena di sesso quasi esplicito e nudi integrali tra Sonia Bonny e il ragazzo dell’est europa. Ma non per la scena in se, ma perchè non sono riuscito a trovarci chimica, spessore, interesse: sembrava semplicemente che filmasse due corpi nudi per il gusto di farlo.

E’ evidente la ricerca del bene e del male, il filo cristologico che sfiora (senza arrivarci) alla blasfemia, però anche no. Probabilmente sono io che non ci ho capito nulla, ma per me è un film bocciato.

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