Regia di Camille Lugan vedi scheda film
VENEZIA 81: GDA
In una città francese cupa e desolata, nei pressi di una parrocchia vive la giovane di colore Joy, orfana allevata dal prete e, grazie a costui, cresciuta rafforzata da una fede profonda che le permette di vivere in un mondo tutto suo come fosse una sorta di clausura.
Questo almeno fino al giorno in cui la sua esistenza incrocia quella dell'immigrato Andriy, un ragazzo che viene pestato a sangue davanti a lei da alcuni teppisti.
La ragazza inizia a provare un attaccamento che la allontana lievemente da quella fede incondizionata e si rende conto che provare amore ed attrazione è un sentimento che la rende più viva e realizzata.
La giovane seguirà il ragazzo e si uniranno ad una banda capitanata da una stravagante donna in pelle vestita (Asia Argento).
Il lungometraggio d'esordio di Camille Lugan tenta la via della mistificazione della fede verso una presa di coscienza più terrena e concreta rappresentata da un amore tattile e fisico che si prospetta come alternativa alla combattuta protagonista.
La regista tenta di creare un'atmosfera cupa che possa suggestionare lo spettatore, ma la fotografia sgargiante e gli scarsi mezzi a disposizione non aiutano certo a fare raggiungere al film e alla storia un minimo di pathos che la trama evocherebbe creando false aspettative nello spettatore.
Tutto appare posticcio e balordo, la recitazione della pur impegnata giovane protagonista , Sonia Bonny, tutto fuori che trascinante e la presenza di Asia Argento non aiuta a rendere più galvanizzante una storia insieme prolissa e per nulla empatica, ma neanche spigolosa a tal punto da attirare l'attenzione.
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