Regia di Stephen Quay, Timothy Quay vedi scheda film
VENEZIA 81: GDA
Su un treno misterioso, lungo un percorso che pare mescolare tracciato fantastici ad una realtà vista con un occhio predisposto alla fantasia e alla favola gotica, Jozef si sta recando al capezzale dell'anziano padre che si trova ricoverato in un austero e spettrale Sanatorio di una remota regione della Galizia.
Ivi scoprirà che la morte del padre, occorsa durante il viaggio impervio e lungo, in realtà in quel luogo magico non è ancora avvenuta in quanto la realtà è rallentata rispetto a quella degli altri luoghi, quasi la regione si trovasse incastrata entro una bolla temporale in cui lo scorrere del tempo avviene più lentamente.
A sue spese, e con proprie emozioni, Jozef scoprirà che quel luogo suggestivo e un po' inquietante è incastrato in una dimensione che fluttua in una dimensione sospesa tra sonno e veglia.
Tornano con un film molto suggestivo e complesso gli stravaganti fratelli settantenni conosciuti col marchio di fabbrica Quay Brothers, assenti da un lungometraggio da un ventennio esatto. Mescolando riprese dal vero con una suggestiva stop motion ove utilizzano materiali di scarto, sostanze organiche ed oggetti usati e spesso rotti, i due talentuosi e visionari fratelli conducono lo spettatore lungo in viaggio affascinante e sin inquietante, perdendosi qua e là con una narrazione farraginosa e complicata da decifrare.
Ma se si ci si lascia andare con l'osservazione e lo studio di scenografie e sfondi, Sanatorium si rivela ammaliante e davvero suggestivo, originale e quasi unico e coraggioso nel portare avanti una storia con tale estrosità di sguardo.
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