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Manas

Regia di Marianna Brennand Fortes vedi scheda film

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La recensione su Manas

di alan smithee
7 stelle

locandina

Manas (2024): locandina

VENEZIA 81: GDA - PREMIO MIGLIOR FILM

Nel centro della foresta amazzonica, sovrastati da una vegetazione lussureggiante ed un clima che consente di vivere bene poco vestiti e abitando palafitte in ogni altra latitudine probabilmente poco confortevoli, la tredicenne Marcielle vive assieme alla sua numerosa famiglia una vita apparentemente come tante altre. Pochi soldi in famiglia, ma non certo un'esistenza all'insegna di sintomi di privazione o indigenza.

Molta è la voglia di crescere anzitempo, e di manifestare quella femminilità che il giovane corpo in veloce mutamento adolescenziale sta rendendo sempre più sviluppato e desideroso di farsi notare.

 

scena

Manas (2024): scena

scena

Manas (2024): scena

La apparentemente armonia familiare, con un padre giovane e apparentemente premuroso e gentile, e una madre che pare serena e cela bene la sudditanza omertosa a cui è costretta, si scopre nascondere un malessere devastante che non solo la famiglia della ragazzina vive nella sua tragica quotidianità.

L'attenzione del padre affinché la figlia non frequenti la chiatta sul fiume ove si concludono commerci sottobanco e si consumano momenti di sesso clandestino e mercenario con i marittimi di passaggio, quasi tutti commercianti di frode, nasconde non tanto un comprensibile timore paterno nei confronti di una figlia ancora bambina,a piuttosto un sentimento di gelosia di un genitore interessato sessualmente alle proprie figlie adolescenti.

Ma la riservata Marcielle saprà farsi valere e denunciare quell'odioso abuso familiare, aiutata da una tenace poliziotta e da una solidarietà di classe che solo timidamente e poco alla volta saprà ribellarsi a tali barbare usanze tipiche di una società ove abusi e prevaricazioni rimangono quasi sempre sepolti tra omertà e reticenza.

scena

Manas (2024): scena

scena

Manas (2024): scena

Il primo lungometraggio di Marianna Brennand Fortes è un film importante per la denuncia rigorosa di cui esso si fa portatore e protagonista, descrivendo una barbarie sociale piuttosto nota ma per troppo tempo tenuta celata e coperta da odiosi atteggiamenti di bieca indulgenza.

Il film funziona e la sua denuncia è vitale, efficace, mai retorica e in grado di colpire nel vivo la sensibilità di chi si lascia travolgere dal dramma che affligge la bravissima giovane protagonista.

La regista si addentra entro usi e costumi locali avendo la lucidità e la fermezza di denunciare abusi e prevaricazioni che la tradizione popolare locale di luoghi magnifici quanto inevitabilmente dimenticati, nel bene come nel male, dalla civiltà e dai valori di etica comunemente condivisi ed assodati, considera alla stregua di normali vicissitudini comportamentali familiari, non passibili di una vera e propria condanna come effettivamente meritano questi autentici atti di violenza sessuale incestuosa ed intollerabile. 

 

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