Regia di Marianna Brennand Fortes vedi scheda film
81ma MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2024) - GIORNATE DEGLI AUTORI
Una famiglia abita una casetta di legno in una piccola comunità nella giungla amazzonica sulle rive dell'immenso fiume. Sembra che tutto scorra serenamente per questa gente povera ma semplice che conduce esistenze a stretto contatto con la natura, anche per la tredicenne Marcielle che conta sull'appoggio di un padre affettuoso. Molto affettuoso. Troppo.
Il film rivela poco a poco quanto di morboso si celi sotto la superficie apparente di una famiglia e una comunità idilliache. Perché quello che accade a Marcielle non è niente di straordinario, accade a tante ragazzine sue coetanee nel villaggio e lei stessa è succeduta come vittima alla sorella maggiore e precede la minore. E come se non bastassero le molestie in famiglia, ogni mese giunge lungo il fiume una chiatta i cui marinai sono lieti di allungare spicci alle minorenni disposte a prostituirsi.
Intanto la chiesa locale mette in scena canti e balli per occultare questi orrori normalizzati dietro una facciata di religiosità ipocrita.
La regista brasiliana Marianna Brennand, nella foresta amazzonica per le ricerche per un documentario, ha raccolto le confidenze di tante donne sulle violenze subite fin da bambine all'interno delle mura domestiche e da queste storie è nato Manas. Un'opera tagliente che ci mette giustamente sempre più a disagio man mano che fa trapelare lo schifo occulto, con un tono sussurrato e tuttavia crudo e che colpisce come un pugno nello stomaco per l'orrore che rivela e per l'acquiescenza delle madri rassegnate a questo stato di cose. Ci vorrà un atto estremo di disperazione e di coraggio per spezzare il ciclo dell'abuso.
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