Regia di Vanna Paoli vedi scheda film
Da un romanzo di Cristina Acidini (sponsorizzata da Sgarbi), che si intitola La scritta sul vetro (Alberto Bruschi Editore), pubblicato nel 1992 e ristampato per l’occasione, Vanna Paoli ha scritto e diretto questo giallo senza molte tinte. Un riccone americano muore misteriosamente e, nell’ufficio del notaio, la vedova apprende che il marito poco prima di andarsene aveva speso, a Firenze, la simpatica somma di venti milioni di dollari. I legali di famiglia spediscono così sull’Arno un giovane avvocato, con l’intento di vederci chiaro. Tra affreschi e stanze nobiliari, capolavori pittorici e falsari, collezionisti ossessivi e critici d’arte il bellimbusto – che nel frattempo si innamora di una fanciulla (la bella Cristina Moglia) erede di una casata economicamente disastrata – scopre che dietro all’affare c’è addirittura un Botticelli scomparso secoli prima e rintanato nell’intercapedine di due muri. Turistico, evanescente, affollato di camei altisonanti (da Sarah Miles a Sergio Fantoni, da Philippe Leroy a Paolo Bonacelli), un filmettino docile docile, già pronto per una collocazione televisiva in prime time estivo, da guardare di sguincio tra un’insalata e un bicchiere di bianco.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta