Regia di Wolfgang Becker vedi scheda film
Sarò un po' teutonica, ma questo film di Becker mi ha toccato profondamente, proprio come è accaduto al pubblico germanico. La caduta del muro, la fine della DDR, la crisi della famiglia Kerner toccata prima dalla perdita del padre e poi dai problemi cardiaci della madre e il bellissimo personaggio di Alex, un Daniel Brühl in ottima forma artistica.
La vicenda si articola a cavallo della caduta del muro di Berlino, momento in cui la madre di Alex cade in coma causa un infarto; i medici sono chiari: ogni causa di agitazione può essere fatale. Come fare a spiegare alla madre, portavoce attiva del partito comunista, che ciò in cui crede e che le ha dato forza dopo l'abbandono del marito è ora un mito finito? Alex non se la sente e con la complicità della sorella e della compagna decide di ricreare una DDR familiare. Non sarà ideologia, ma legame con qualcosa che non faceva "paura", si sa che il nuovo fa barcollare, ed ecco che Alex troverà degli aiutanti, persone nostalgiche dei tempi passati e dubbiose di ciò che sarà. Ma il bello del film è anche la lettura di questo amore filiale che anima Alex e la stessa madre, che, consapevole della verità, fingerà di non sapere nulla così da dare questa gioia al figlio che ha creato per lei un piccolo sogno, donandole quello che le mamme fanno per noi quando siamo nel bisogno o quando siamo bambini e ci assecondano nei nostri pensieri sognanti.
"Goodbye, Lenin!" è un film emozionante, interessante, particolare e sensibile. Un film che merita di essere visto e assaporato, senza pregiudizi; un film che parla di una nazione, di una famiglia, di una donna, di amicizia e di amore. Un ottimo risultato anche dal punto di vista della satira, pungente al punto giusto, con battute ed immagini veramente scoppiettanti.
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