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Good bye Lenin!

Regia di Wolfgang Becker vedi scheda film

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La recensione su Good bye Lenin!

di Baliverna
6 stelle

E' una riflessione non troppo profonda, ma pur sempre interessante, sul radicale cambiamento che avvenne nella Germania Orientale (DDR) dopo la caduta del muro e la riunificazione con la Repubblica Federale. E' una storia a metà tra il dramma e la commedia: vi sono spunti umoristici ma anche un sottotesto drammatico, benché raccontato con leggerezza.
L'idea della mamma attivista di regime che va in coma durante il crollo della DDR è buona e fertile di spunti. La messa in scena dei figli e degli amici per farle credere che tutto ciò in cui credeva è ancora esistente è un modo per rappresentare la realtà della propaganda che permeava ogni ambito della vita sociale, come pure per mettere a nudo le forzature e le censure relative: l'economia di piano progredisce costantemente, il disagio sociale non esiste, gli abitanti vivono sempre meglio, i dissidenti sono sparuti individui subdoli e ingrati, il capitalismo occidentale è prossimo al collasso e la sua società è piena di mali, ecc.
Certo il film può essere apprezzato di più da chi visse quella svolta, anche per le numerose "gag" sui prodotti alimentari che furono di colpo sostituiti da quelli occidentali.
Si ridacchia qua e là, senza esagerare. L'idea più divertente è forse quella di far credere alla mamma convalescente - con tanto di finti telegiornali - che le macchine occidentali che si vedono per le strade sono quelle di cittadini dell'Ovest i quali, non potendone più dello sfacelo del capitalismo, si sarebbero introdotti clandestinamente nella DDR braccati dalla polizia federale... Però era avvenuto esattamente il contrario. Infatti la voce narrante del ragazzo dice che l'immagine della DDR che stavano dando alla mamma non era quella reale, ma quella ideale, che non fu mai. Dice anche che la precedente propaganda aveva costruito l'immagine di uno Stato inesistente e in realtà completamente diverso nei fatti.
La nota amara del film è riservata proprio alla mamma stessa, la quale si scopre che ha mentito per anni ai suoi figli per non intaccare la sua fede politica. In quel momento il suo personaggio perde ogni nota di tenerezza e di simpatia, e apre allo stesso tempo uno squarcio sulla falsità di un intero sistema.
Che dire in generale? Un film interessante tra il faceto e il drammatico, forse un po' compiaciuto e ruffiano, non troppo incisivo ma graffiante sì. Del resto, per raccontare bene il dramma con la commedia e l'ironia ci vuole un grande regista, cosa che Wolfgang Becker non è. Comunque è da vedere, se non altro per sapere qualcosa su un mondo che non c'è più e sul quale da noi non si conosceva nulla. Probabilmente la lontana idea alla base del film proviene da "Louis De Funes e il nonno surgelato"; scusate divagazione totale, ma forse è proprio così.

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