Regia di Renzo Martinelli vedi scheda film
Mettere in fiction la realtà è di per sè un lavoro per niente semplice; quando la realtà è poi quella della tragedia, della morte di un personaggio politico in vista, del terrorismo e dei giorni bui di un'intera nazione, logicamente la fiction può fare poco per sè stessa e deve soltanto asservirsi al reale svolgimento dei fatti. Qui il non disprezzabile regista Martinelli inventa di sana pianta (sceneggiando con Fabio Campus) una vicenda del tutto parallela alla realtà, per cui verosimile, ma che a ben guardare ha poco di interessante; c'è un significato di fondo che ci parla dei poteri forti e dell'impossibilità di sconvolgere un sistema in cui si siano ormai sedimentati, ma francamente oltre al buon cast (senz'altro Sutherland-Giannini-Rocca su tutti) non c'è granchè da vedere, nulla di nuovo, nulla che lasci il segno su un argomento ormai dibattuto allo stremo. Traslasciando per pietà (o per non sporcarsi le mani) l'idea imbarazzante di far partire la faccenda il giorno prima della pensione del protagonista.
Un giudice all'ultimo giorno di lavoro prima della pensione riceve il video di un atto terroristico: è il rapimento di Aldo Moro. Comincia per lui e per una collega un'indagine difficilissima che svela il coinvolgimento silenzioso, accanto ai terroristi delle BR, della P2 e dei servizi segreti Usa.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta