Regia di Riccardo Milani vedi scheda film
In un paesino abruzzese c'è una filiale di una multinazionale americana degli pneumatici; quando la ditta decide di chiudere la sede italiana, gli operai entrano in sciopero. Ma a nulla serve, così organizzano - come riescono, con i pochi mezzi a disposizione loro e dei sindacati - proteste ancora più appariscenti e drastiche, arrivando perfino al Parlamento europeo e alla sede centrale americana della multinazionale.
Cinema d'impegno e disimpegno, quello de Il posto dell'anima. Quarta regia di Riccardo Milani, che ne scrive anche la sceneggiatura insieme a Domenico Starnone, il film adotta i toni della commedia per sollevare questioni di vasta rilevanza sociale e civile, senza scadere però nella farsa e nella minimizzazione degli argomenti in ballo. Ma al contempo riducendone la portata con una forma circa-televisiva che di tanto in tanto affiora prepotente, come nella squallida scena della lista degli operai morti di malattia, semplicemente stucchevole e fuori luogo. La sostanza di fondo comunque non manca e la scelta di sfruttare qua e là anche toni leggeri non è sbagliata (mentre le sottotrame sentimentali-patetiche lasciano un po' di amaro in bocca); il cast è valido e vede in prima linea la compagna del regista Paola Cortellesi, Silvio Orlando, Claudio Santamaria e Michele Placido, ai quali si aggiungono in ruoli minori Flavio Pistilli e Imma Piro. La colonna sonora, oltre alle musiche originali di Leandro Piccioni, è un cd dei Coldplay: alla lunga i brani della band inglese cominciano a seccare, a produrre l'effetto-musicarello. Da qui in avanti Milani si dedicherà quasi esclusivamente alle fiction televisive, con rare puntate sul grande schermo. 3,5/10.
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