Regia di Juan Jesús García Galocha, Pedro Solís García vedi scheda film
Quando il piccolo Nicolas, affetto da paralisi cerebrale sin dalla nascita, divenne, inaspettatamente, protagonista, insieme alla sorella Alejandra, di un bellissimo corto girato dal padre animatore, aveva l'età di 8 anni. "Cuerdas", questo il titolo, si ispirava al legame tra i due fratelli e raccontava la storia di un'orfana di nome Maria e di un bambino incapace di interagire a causa della malattia.
Era il 2013 e credo che Pedro Solís García abbia avuto fegato da vendere condividendo le emozioni più intime di padre. Il figlio era una benedizione, pur nella sfortuna, ed il rapporto con la sorella non poteva rimanere chiuso tra quattro mura. Doveva essere raccontato, in qualche modo, per rimarcare quanta dolcezza ci fosse in quella casa. "Cuerdas" tuttavia metteva in luce anche la paura della perdita che ogni genitore affronta quotidianamente con un figlio malato e presagiva il momento doloroso del distacco.
Nel febbraio del 2014 il film vinse il Goya nella sezione migliore corto d'animazione e una vagonata di altri premi. IMDB ne riporta ben 62. Il cinema è terapeutico per chi lo vede ma anche per chi lo fa e credo lo sia stato per il regista messicano e per la sua famiglia. Quando nell'aprile 2021 Nico morì a 16 anni il dramma della perdita si legò con una "corda" invisibile al desiderio di mantenere in vita il figlio tanto amato. Così nacque l'idea di un film che in qualche modo si riallacciasse a "Cuerdas", a Nicolas, al rapporto con la sorella.
Iniziò così l'avventura di "Buffalo Kids" che Pedro Solís García e il regista Juan Jesús García Galocha ci hanno raccontato nell'evento messo in piedi da ACEC per le sale aderenti e collegate in diretta streaming con la Spagna. Una mezz'oretta in cui si è assistito alla proiezione di "Cuerdas", al racconto dei due registi e delle emozioni che hanno portato alla conclusione del processo produttivo. Nell'intento dei due registi "Buffalo Kids" doveva essere un'inno all'inclusione, un omaggio pieno d"affetto ai bambini fragili come Nicolas e all'amore che abbatte le barriere dell'incomunicabilità.
"Buffalo Kids" ha mantenuto quanto promesso e dopo la proiezione avvenuta a seguito del collegamento posso dire che i due autori hanno colto nel segno rispettando a pieno i loro obiettivi.
Il film è visto con gli occhi dei bambini più piccoli ma non è mai sciocco e si mantiene costantemente in equilibrio con ironia e leggerezza. Potrebbe sembrare fuori luogo il finale zuccheroso. Ma credo che Solís Garcia avesse "pianto" il proprio figlio ai tempi di "Cuerdas" e che "Buffalo Kids", al di là delle ingerenze di Warner Brothers, dovesse essere un inno all'amore, alla vita e alla speranza. "Buffalo Kids" porta sullo schermo un bambino diverso che può far paura ma facendo ciò abbatte un tabù e sconfigge, con coraggio, il timore di imbattersi nella disabilità, timore che, a ben vedere, è più forte negli adulti rispetto ai bambini.
Le avventure, gli indiani, i briganti, l'assalto al treno sono elementi quasi decorativi in un prodotto ben pensato, ingenuamente romantico, in cui per una volta le diversità si attraggono anziché respingersi. Tra revisionismo western, cavalli alla "Spirit", cattivi alla "Lee Van Cleef" il cerchio si chiude attorno ad un quadro di serenità che è il giusto omaggio ai tanti genitori, fratelli e sorelle che vivono del profondo amore per un bambino speciale.
"Cuerdas" era un piccolo meraviglioso capolavoro che vi invito a recuperare su YouTube mentre "Buffalo Kids" è un film che non può fare male né ai grandi né ai piccini in cui un padre affettuoso ha fatto rivivere il proprio figlio.
Cinema Teatro Santo Spirito - Ferrara
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