Regia di Nello Correale vedi scheda film
La famiglia Gagliardi è in lutto: il padre è morto e i quattri figli sono alla spasmodica ricerca di un loculo. Che, in certe zone del Belpaese, può valere tanto oro quanto il (suo) spazio. Da quest’incipit monicelliano, si irradia una commedia all’italiana (prepotentemente tornata sulla cresta dell’onda) che ha l’ambizione di raccontare l’amaro sapore dell’impotenza attraverso caratteri al limite del grottesco, una forte dose di ironia che rasenta il cinismo, bozzetti rubati al meridionalismo classico (siamo a Bari), sentimenti confusi e risentimenti diffusi. Nello Correale è un autore che ha dei numeri: come regista aveva esordito nel 1999 con Oltremare, una bizzarra epopea d’emigrazione; e come sceneggiatore vanta almeno i bei copioni di Il viaggio della speranza di Koller e dell’assai sottostimato Luna e l’altra di Nichetti. È un autore che sta crescendo, che dovrebbe osare maggiormente, affrancarsi dalle facili scorciatoie narrative, accelerare sul versante della commedia, registro che sembra dargli più d’una ragione. Anche come direttore d’attori non scherza: qui ci restituisce la grazia e l’impeto di una Carmen mai dimenticata, ovvero Laura Del Sol; regala all’ottimo Alfredo Pea un ruolo che merita; e rilancia Loredana Cannata, “donna lupo” che, se supportata a dovere, sarebbe in grado di sorprendere più d’un cacciatore (di talenti).
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