Regia di Michael Haneke vedi scheda film
Una famiglia abbandona la città, dalla morte del padre però tutto precipita. Più che l’impatto di alcune scene qui l’importante sono le inquadrature, del tutto particolari quasi che fondamentale sia mostrare quanto i personaggi siano soli e abbandonati al loro destino, tanta nebbia e atmosfere cupe, rarefatte, perché è questo il mondo nel quale si calano i nostri protagonisti. Una disperazione a cui gli eventi fanno onore fino a metà, bisogna soprattutto tradurle le vicende che accadono, se si tocca il fondo non è la miseria a dimostrarlo bensì la bassezza e l’umiliazione a cui ci si spinge in vista di ciò: rabbia, isteria, permissione di abusi che sul proprio corpo non ci si sarebbe mai aspettati, quasi accettare di essere animali. Senza più niente, poveri, non è la fratellanza l’ultima cosa su cui si può contare, l’ultima risorsa consiste in ciò che si può ottenere da altri, ci si mangia a vicenda come ha fatto il docile lupo affamato con il suo amichetto.
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