Regia di Nuri Bilge Ceylan vedi scheda film
Film di qualche anno fa e di straordinaria pesantezza. Ok, siamo in un film turco che parla di solitudine e incomunicabilità, pertanto te lo aspetti, ma c’è modo e modo, no? A parte l’infinita lentezza, a parte le situazioni noiose, a parte tutto, ma il film sfida lo spettatore a tenere duro su una vicenda di rara bruttezza. Il protagonista è uno sfigato, riceve in casa uno ancora peggio di lui, un cugino in cerca di lavoro, in una Istanbul mai apparsa così orrenda, penso in nessun film. Parlano poco, o nulla, tra di loro. Uno rimpiange la moglie scappata (con una orchite femminile, immagino), l’altro in realtà bighellona, perché c’è la crisi e il lavoro non c’è. Fine del film (il cugino alla fine se ne va, alla malora lo spoiler). Se entrambi dopo un’ora si fossero buttati a mare, chi se ne frega, tanto poca è la simpatia che provo verso sti due. E poi…immagini fisse, dove il nostro attraversa un campo (ci mette quei cinque minuti, in tempo reale), poi arriva, passa davanti alla telecamera, ne esce, viene perso dall’inquadratura, perché lo stesso cameramen si sarà fatto una dormita, nel frattempo, credo. I due attori (bravi, va detto) sono pure fisicamente ributtanti, quanto meno trasandati nel vestire e nella cura della persona, con ste barbe incolte, quel vestire triste. Insomma, per un cultore del bello in quanto solo bello, questo film è un incubo. I paesaggi sarebbero più lieti se girati su delle discariche. Anche i viaggi in esterna finiscono in posti ricchi solo di tristezza. Ma bisogna dare un messaggio di solitudine, di incomunicabilità, no? Poco importa se molti altri, in passato, già lo hanno fatto e meglio, ora tocca al regista turco, e tutti a dire che bravo, che fico, che bello, perché sto film, pare strano ma anche no, è piaciuto molto a critica e pubblico. Io darò un bel 3, invece. Gli attori furono premiati a Cannes, per la loro prova, perché poi questo è il classico film che vive nei festival la sua gloria, mentre al botteghino nessuno lo caga e pure su Rai3 passò in piena notte.
Grazie dell'orchite
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