Il fotografo Mahmut, convinto che lo scarto tra la sua vita e i suoi ideali sta diventando sempre più significativo, si trova costretto ad accogliere Yusuf, un giovane componente della sua famiglia, partito in precedenza dal villaggio per trovare lavoro su un battello che da Istanbul fa rotta verso l'estero...
Note
Tra i registi turchi, Ceylan è il più solido e promettente: stile sorvegliato, tempi lunghi, dialoghi minimi, ellissi narrative, significati sfuggenti, atmosfera claustrofobica con tocchi di comicità stralunata, come nell'imprevista caccia al topolino. Gran Premio della Giuria a Cannes 2003. Un nome da tenere d'occhio.
la lentezza si può tollerare, perchè permette di ammirare, ma in casa c'è poco da ammirare, e a parte qualche momento la noia ti assale.. ed unita alla lentezza non dà un buon risultato!
Non nego il fatto che la fotografia sia stupenda,ma dopo un pò il film inizia ad essere veramente noioso,dato il fatto che non c'è una trama trascinante
Un ottimo film sul fallimento e sulla solitudine: i protagonisti vagano in una Istanbul innevata, stupenda e tristissima, inseguendo stancamente un lavoro, un'amore, una vita migliore. Attori bravissimi, immagini superbe: da non perdere
Istanbul è un gigante addormentato, anestetizzato sotto una coltre di candida neve. E allo stesso modo sono anestetizzate le coscienze di Mahmut, un passato di rimpianti sentimentali e professionali e Yussuf , cugino che dalla provincia è venuto a cercare fortuna ai cantieri portuali e si è installato nella casa dell'altro. Mahmut aveva una moglie con cui sognava di vivere per l'eternità,… leggi tutto
Film di qualche anno fa e di straordinaria pesantezza. Ok, siamo in un film turco che parla di solitudine e incomunicabilità, pertanto te lo aspetti, ma c’è modo e modo, no? A parte l’infinita lentezza, a parte le situazioni noiose, a parte tutto, ma il film sfida lo spettatore a tenere duro su una vicenda di rara bruttezza. Il protagonista è uno sfigato, riceve in casa uno ancora peggio… leggi tutto
Mahumt fa il fotografo di professione e vive un’esistenza appartata e solitaria a Istanbul. A interrompere lo scorrere monotono delle sue giornate arriva Yusuf, un cugino che dalla provincia è arrivato in città per sfuggire dalla disoccupazione e cercare lavoro. Yusuf si installa a tempo indeterminato a casa del fotografo, sconvolgendo le sue abitudini, e presto i due…
Sempre più spesso, i Paesi islamici ed anche le comunità di tradizioni islamiche presenti nei Paesi occidentali sono al centro dell'attenzione nei film che tutti noi abbiamo occasione di vedere al cinema.…
Quando si parla di cinema dal punto di vista commerciale, noto che qui in Italia si tende sempre a fare discorsi del tipo: "Com'è andata quest'anno la competizione fra i film USA ed i film italiani? Hanno…
Si ha sempre paura delle lacrime. E non si dovrebbe. Sarà che gli anni passano, le certezze diminuiscono, i ricordi urlano (anche quelli belli): negli ultimi tempi mi scopro a commuovermi diverse volte guardando…
Film sconsigliato ai rabdomanti di blockbuster e di trame tentacolari, Uzak segna il trionfo del cinema del crepuscolo, della narrazione che procede per piccoli scarti di immagini e anime, della costruzione di spazi esteriori in netto e voluto contrasto con gli interni claustrofobici.
Nuri Bilge Ceylan è regista dalle profondità vorticose, incorniciate in piani sequenza eloquenti…
In una Istanbul innevata e quasi periferica si incontrano e convivono due uomini in una solitudine palpabile e triste,come l'ultima scena del film.Lunghi silenzi e arie alla Antonioni con una difficolta' di vivere causa crisi e scarsita' di lavoro.Anche il sesso e' visto con aria distaccata e la pellicola ci dimostra come anche un'altro cinema sia possibile e ponga problemi,anche per merito di…
Film di qualche anno fa e di straordinaria pesantezza. Ok, siamo in un film turco che parla di solitudine e incomunicabilità, pertanto te lo aspetti, ma c’è modo e modo, no? A parte l’infinita lentezza, a parte le situazioni noiose, a parte tutto, ma il film sfida lo spettatore a tenere duro su una vicenda di rara bruttezza. Il protagonista è uno sfigato, riceve in casa uno ancora peggio…
Istanbul è un gigante addormentato, anestetizzato sotto una coltre di candida neve. E allo stesso modo sono anestetizzate le coscienze di Mahmut, un passato di rimpianti sentimentali e professionali e Yussuf , cugino che dalla provincia è venuto a cercare fortuna ai cantieri portuali e si è installato nella casa dell'altro. Mahmut aveva una moglie con cui sognava di vivere per l'eternità,…
I film turchi che ho visto di recente, e tanti dovrò ancora vederne, mi hanno fatto tornare alla mente il capitolo X del libro su questa città di un grande scrittore che non ha certo bisogno di…
Nell’andante della K 364 di Mozart, una delle sinfonie concertanti più sublimi del suo genio innocente e disperato, i due strumenti solisti si alternano e compenetrano, sono come impregnati di bellezza e si aiutano, si sostengono a vicenda, da soli sarebbe impossibile.
Per due volte Ceylan lo manda come colonna sonora e tutte e due le volte stacca la “puntina”…
Lo sguardo di Nuri Bilge Ceylan ama la profondità dello spazio esattamente come il suo cuore detesta la distanza tra gli uomini. La lontananza a cui fa riferimento il titolo del film è quella che separa le persone che, invece, potrebbero sentirsi vicine e simili, come sarebbe naturale accadesse, ad esempio, tra parenti, tra amici, tra compaesani. Mahmut è un fotografo che si…
Mahmut (Mazaffer Özdemir) è un quarantenne intristito dall'abbandono della moglie. Il suo sogno sarebbe stato quello di girare un film "alla Tarkovskij" ma deve accontentarsi di semplici servizi fotografici. Yusuf (Emin Toprak) è il cugino che viene a stare un po da lui dopo che la fabbrica in cui lavorava ha improvvisamente chiuso i battenti. In una Istanbul innevata e…
Rossellini, Antonioni, Ferreri. La sacra triade del cinema "fenomenologico" ha indirizzato tanto cinema europeo degli ultimi decenni verso riflessioni, sempre più radicali e sempre più sconsolate, sul non-senso della permanenza terrena dell'Individuo e sul suo relazionarsi con l' "altro" (inteso sia come le persone che lo circondano, sia come l'ambiente naturale o artificiale…
Una taglist dolente, che parla di disoccupazione, di lavoro che non c'è, di precariato. Temi duri, difficili, che di recente hanno attraversato il cinema italiano trasversalmente ai generi: dal documentario sino alla…
Ricerca della felicità individuale, fughe da realtà invivibili, esodi di massa in presenza di circostanze drammatiche. L'uomo si mette in movimento, spesso con dolore a volte con gioia e speranza, e lascia la sua…
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Commenti (7) vedi tutti
Una piccola gemma da non perdere....
leggi la recensione completa di ezioVOTO : 6 Lento e riflessivo, forse un pò troppo.
commento di supadanyNon riesco ad immaginare questa storia raccontata con un ritmo diverso. I personaggi, la regia, la fotografia, le pause… sono esaurienti.
commento di XiaoO.C.P.109. O Che Palle. 109 minuti di niente.
commento di sonicyouthla lentezza si può tollerare, perchè permette di ammirare, ma in casa c'è poco da ammirare, e a parte qualche momento la noia ti assale.. ed unita alla lentezza non dà un buon risultato!
commento di columbiatristarNon nego il fatto che la fotografia sia stupenda,ma dopo un pò il film inizia ad essere veramente noioso,dato il fatto che non c'è una trama trascinante
commento di andystarsailorUn ottimo film sul fallimento e sulla solitudine: i protagonisti vagano in una Istanbul innevata, stupenda e tristissima, inseguendo stancamente un lavoro, un'amore, una vita migliore. Attori bravissimi, immagini superbe: da non perdere
commento di mandolinos