Regia di Bertrand Bonello vedi scheda film
Il mito di Tiresia prima uomo e poi donna,resa cieca per gelosia di una dea e acquisito il dono della preveggenza sempre per dono divino assieme a vita lunghissima,è trasposto da Bertrand Bonello in chiave eminentemente simbolica.Qui il mito dell'indovina cieca dell'antica Grecia viene trasportato ai giorni nostri e Tiresia diventa una transessuale brasiliana che si prostituisce alla periferia di Parigi e che viene rapita da uno psicotico,tale Terranova che la imprigiona.Ma la bellezza di Tiresia presto sfiorisce a causa della mancata somministrazione di ormoni e il suo aspetto si mascolinizza(gli cresce la barba).Terranova la acceca con le forbici e la abbandona in un bosco dove viene soccorsa,salvata e si accorge che ha acquisito il potere della preveggenza.
Il film è nettamente diviso in due parti:la prima dominata da un quarto d'ora iniziale in cui veniamo immersi assieme a una telecamera indiscreta nell'atmosfera di una strada letteralmente lastricata di transessuali.I loro corpi finti in vendita,modificati farmacologicamente mercificati senza pudore sono come sculture di carne che ribadiscono in ogni momento la propria rozza artificiosità.Da questo punto di vista la scelta di un attrice come Clara Choveaux è significativa:Clara/Tiresia non ha nulla della grevità delle sue colleghe:i suoi lineamenti sono delicati,vagamente misogini,senza protesi siliconate a far bella mostra di sè sul petto ma al contrario con seni piccoli quasi adolescenziali.Sembra un corpo in fase di passaggio dall'adolescenza alla maturità ma per Bonello è evidente che il corpo di Tiresia rappresenti un ideale punto di congiunzione tra uomo e donna.
Nella seconda parte del film Tiresia è interpretata da un attore maschio,Thiago Teles.E per aggiungere motivi di suggestione/intepretazione l'attore che interpreta il prete in questa seconda parte è lo stesso che recita nel ruolo di Terranova.A cosa è dovuta questa ricerca programmatica di ambiguità?
A mio parere è un voler rinforzare il concetto della doppia natura di Tiresia(uomo e donna),contrapponendola a quella che può essere la doppia natura dell'uomo che può albergare in se stesso sia il bene che il male.E questo mi sembra che indirizzi tutto il messaggio che vuole lasciare il film nel senso di un racconto morale in cui si va a inserire anche il finale che preanuncia l'arrivo di un nuovo Messia .Tanti temi in questo film di Bonello vengono sfiorati ma sembrano quasi essere lasciati in disparte:la solitudine sia di Tiresia che di Terranova(oltre che della ragazza muta che salva Tiresia nel bosco),la loro diversità,la strada affollata di transessuali lascia intravedere un mondo dove la tenebra ha fatalmente prevalso sulla luce.Racconto morale ma non moralista,il film di Bonello è suscettibile di molteplici letture da affidare alla sensibilità di ognuno.Dal punto di vista cinematografico bisogna notare un rigore quasi bressoniano nell'inquadratura con una prima parte più oscura e con rari sprazzi di luce mentre la seconda parte è un tripudio di luminosità quasi a testimoniare l'abbandono della tenebra anche morale verso qualcosa che vada oltre la semplice dimensione umana.Questa seconda parte mi ha ricordato parecchio Hadewijch,film di Dumont sull'amore per la figura perfetta del Cristo.Una figura non di questo mondo.Ma il film di Bonello è arrivato più di un lustro prima.Così come la Tiresia di questo film:un involontario doppelganger intrappolato tra immanenza umana e trascendenza divina.
la regia è rigorosa,lo sguardo bressoniano
boh
convincente
brava
non male
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