Regia di François Ozon vedi scheda film
I film di François Ozon, uno dei registi europei che con maggiore incidenza hanno fatto sentire il loro stile a partire dalla fine del Novecento, hanno due caratteristiche: si innervano inguaribilmente di richiami tra l'onirico e il fantastico e non sempre riescono a concludere nel migliore dei modi quanto promesso. È ciò che accade anche in Swimming pool (il rimando a un noto titolo di Jacques Deray, La piscina, va ben oltre il titolo), noir ambientato nel sud della Francia, nella magnifica residenza estiva che un editore inglese (Dance) ha prestato alla sua pupilla (Rampling), una scrittrice di romanzi gialli di successo, alla ricerca della vena creativa perduta. La comparsa improvvisa e inaspettata della figlia dell'editore (Sagnier), una ninfetta ninfomane, dirotta l'obiettivo della scrittrice su un altro romanzo, ispirato proprio dalla carnalità irrequieta della ragazzina. La scomparsa di un uomo (Lamour) che frequentava la giovane contribuirà a rimpinguare ulteriormente la trama. Ozon riesce magistralmente a creare un'atmosfera morbosa e tesa, carica di suspense, ma finisce col perdersi nel gioco di rimandi tra la finzione letteraria e quella filmica, scantonando in un'ambiguità tutta cerebrale che avrebbe potuto controllare diversamente e che fa approdare il film a un finale scontato e deludente.
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