Regia di Aleksandr Sokurov vedi scheda film
Un rapporto misterioso e tormentato eppure strettissimo e di vitale importanza. Padre e figlio, o meglio, padri e figli. Ancora una tematica universale, ancora una penetrante, poetica analisi dei legami parentali tra gli esseri umani. Su sceneggiatura altrui (di Sergey Potepalov) Sokurov «dipinge» un piccolo quadro di vita comune fatto di vecchie case, strade strette, caserme militari, amori ambigui (incestuosi?), interrotti, vincolati, finiti, sogni, segreti, minuti divertimenti. Lavora di sottrazione, sospensioni, è enigmatico, ermetico; contrariamente ai suoi precedenti lavori vi è un uso parsimonioso e limitato del piano-sequenza, il montaggio acquista una valenza fondamentale. Padre e figlio è un affresco di esistenze varie e vacillanti, momenti, scorci di umanità, è una breve carrellata, sfilata di volti, situazioni che hanno come epicentro e punto di contatto il Padre e il Figlio (il ragazzo alla ricerca del padre ex soldato, la ragazza forse ancora innamorata di Aleksiej, ma che inutilmente cerca di rifarsi una vita, ecc…). Mistico, onirico, supportato da una fotografia (Aleksandr Burov) maestosa e pittorica, è un film dalle molte domande e dalle poche risposte, carnale e avvolgente. L’altra faccia di Madre e figlio.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta