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Mystic River

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

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Serum

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Mystic River

di Serum
9 stelle

Jimmy, Dave e Sean sono tre amici che vivono in un quartiere popolare di Boston. Un giorno, mentre stanno scrivendo i loro nomi sul cemento fresco, Dave viene portato via da una coppia di pedofili, da cui però riesce a scappare. Venticinque anni dopo li ritroviamo nella stessa città e vediamo dove la vita li ha condotti: Jimmy ("il duro del gruppo", come lo appella il violentatore nella scena iniziale) ha passato la giovinezza costruendosi giri nella piccola malavità locale, per poi arenarsi in un negozietto per accudire la propria famiglia tipo (timorata di dio, piena di figli, ammantata di decoro); Sean ha fatto una relativa carriera dalla parte opposta della barricata, ma questo gli è costato la serenità familiare; Dave è uscito distrutto dall'esperienza del sequestro e si è ritagliato un angoletto di serenità nell'alveo patriarcale di Jimmy, ma è sempre più ossessionato dai fantasmi del proprio passato: sente un mostro crescere dentro di lui e vuole impedire che si diffonda al resto del mondo. All'improvviso, come una vendetta dall'oltretomba, il figlio muto dell'uomo che aveva parlato troppo facendo finire in galera Jimmy, uccide la figlia di quest'ultimo (con la stessa pistola che aveva fatto incastrare il padre, costringendolo a vendere i compagni) in un terribile contrappasso dantesco: Jimmy aveva fatto fuori Solo Ray perché a causa della sua soffiata non aveva potuto star vicino alla moglie morente ed alla figlia piccola, ma facendolo ha privato l'assassino di quest'ultima di un padre (pur continuando a fargli credere di averlo grazie ai soldi inviati mensilmente). Nella stessa notte dell'omicidio, Dave uccide uno dei lupi mannari dei suoi incubi, ma non avendo nessuno con cui comunicare sinceramente (a causa del muro che si è costruito intorno per tenere chiuso il dolore) comincia ad inventare balle che insospettiscono tutti, finché la moglie (fedele alla nicchia mafiosa di Jimmy) non parla troppo con la persona sbagliata. Così la (in)giustizia divina si abbatte su entrambi: l'uomo spezzato viene ucciso in quanto assassino, ma non per il crimine che ha commesso, mentre quello sorretto dalla violenza dovrà vivere il resto dei suoi giorni con la consapevolezza di aver sbagliato uomo e di non aver saziato la propria sete di sangue, tornando in quel covo di vipere che è la sua famiglia modello, consolato da una moglie (novella Lady MacBeth) che accoglie i suoi crimini come atti di un sovrano assoluto. In tutto questo Sean è osservatore impotente delle azioni dei due e corre contro il tempo per trovare il colpevole prima che accada l'irreparabile, senza però riuscirci, ma ottenendo comunque la ricompensa del ritorno a casa della moglie. Alla fine i peccati vengono sepolti nelle profondità di un fiume, come sul fondo della coscienza, e tutta la vita appare l'atroce compimento di un destino già inciso nella pietra (sul marciapiede i nomi di Sean e Jimmy sono completi, quello di Dave scritto solo a metà). La costruzione del thriller è coerente ed ottimamente narrata, ma si tratta di una componente marginale: la portata principale del pasto sono i personaggi e l'ineluttabilità con cui sorella Morte va a bussare alla loro porta. Un racconto potenzialmente beffardo, che in realtà viene messo in scena con un'epica cinica, dove tutto risponde ad un principio di azione e reazione da Antico Testamento, in cui un dio malvagio e geloso gioca con gli esseri umani come fossero formiche da far soffrire per poi schiacciarle (il cadavere di Katie viene cercato durante la prima comunione di un'altra delle figlie di Jimmy) ed ognuna delle pedine può solo constatare l'orrore profondo della propria condizione, per poi tentare di conviverci. Non ho mai apprezzato molto Eastwood come regista ma qui, in quella che è probabilmente la sua prova migliore (anche come compositore), tira fuori una potenza ed un lirismo rarissimi nel cinema americano degli anni duemila: un'opera morale asciutta, cattiva, ma anche piena di un'umanità ridotta ai minimi termini, lontana da ogni facile retorica ed estremamente significativa. Grandissimi tutti gli interpreti, ma una menzione particolare va a Kevin Bacon: unico del trio di protagonisti non premiato agli Oscar, straordinario non meno degli altri due, che si riconferma uno degli attori statunitensi più sottovalutati delle ultime decadi.

 

 

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