Regia di Denys Arcand vedi scheda film
Oh mi pregio di scrivere finalmente che in questo film si piange tanto. Estremamente tanto. Lacrime intellettuali, lacrime di borghesi che hanno sperimentato il triplo carpiato e prima erano antiproibizionisti poi sono diventati proibizionisti e quando gli fa comodo ridiventano antiproibizionisti. Che prima erano maoisti ed ora sono mauisti, ma gli ci è voluta la f**a per capirlo. Questo film se non fosse canadese potrebbe essere italiano per la coerenza finemente intellettuale di questi quattro pezzi di merda a cominciare dal morituro. Ad un certo punto, accettando l'arrivo di colei che mio nonno molto più semplicemente chiamava "quella signora", senza farci film pretenziosi sopra, si ritirano tutti quanti socraticamente in una bella villa su un lago a mangiare cibi luculliani. a ciancicare di Italia, a fare finta che sono tutti amici benché un paio di "amiche" il morituro se le sia sbatacchiate più da vicino. La moglie sempre dolce, evidentemente consapevole di essere quasi libera da un enorme cesto di corna, completa il quadro assieme ad una nuora fregna ed insignificante ovvero insignificante ma fregna, una tossica ancora ben messa, un figlio yuppie che sembra uno zombi fuggito per la puzza da un film americano anni ottanta. ah! dimenticavo! come poteva mancare l'omosessuale! fa così simpatico l'omosessuale!
Lui deve morire.
c'era?
Froda a manetta de foco
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta