Regia di Gus Van Sant vedi scheda film
Film emblematico che nonostante il successo (Palma d’oro e miglior regia a Cannes) lascia molte questioni irrisolte e molte problematiche etiche a partire dallo stesso atteggiamento con cui il regista si pone nei confronti della vicenda: Van Sant resta con uno sguardo asettico sui personaggi, senza addurre una reale spiegazione a quelle che potrebbe essere state le motivazioni della strage, limitandosi a seguire freddamente le azioni e i personaggi che muovono la storia.
Il titolo del film risale a degli esperimenti che la ricerca scientifica americana fece con lo stesso nome, in cui venne chiesto a delle persone , alcune delle quali cieche sin dalla nascita, di descrivere un elefante per osservare da vicino il problema della percezione umana, tema che diviene il leit-motiv del film : Van Sant infatti alternando sapientemente sia il punto di vista dei giovani carnefici che quello delle vittime ,ci mostra come viene percepita la strage da entrambe le parti. L’intento di Van Sant è puramente rappresentativo, privo di qualsiasi giudizio morale, con il solo scopo di raffigurare giovani belli e dannati dai volti volutamente inespressivi, dalle esistenze vuote e prive di significato, e forse l’unica spiegazione che lo spettatore può cercare negli atti dei ragazzi è data appunto dalla mediocrità delle loro vite.
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