Regia di Gus Van Sant vedi scheda film
La prima inquadratura è un cielo azzurro, con il passaggio di alcune nuvole....
Una macchina guida in maniera discontinua, al volante c'è un uomo ubriaco, il figlio seduto accanto lo fa scendere e prende il suo posto alla guida...arriva fino a scuola ed entra in quella che sarà l'ultima mattinata di normale studio per la Columbine School.
Il film di Gus Van Sant sembra un film di spettri a dire il vero, spettri di ragazzi morti durante la carneficina fatta da due ragazzi come loro, che continuano a rivivere all'infinito quella mattina.
La macchina da presa li segue, intrecciando i vari momenti che precedono quello fatidico della follia. Ragazzi normali, adolescenti che fanno una vita da adolescenti, con problemi e chiacchiere tipiche della loro età...Perciò sorrido ascoltando le tre amiche che parlano di ragazzi e compere, ma rabbrividisco quando le vedo andare in bagno a vomitare di nascosto il loro pasto frugale. Mi intenerisco seguendo la ragazzina sfigata, che non ha il coraggio di mettersi in pantaloncini corti per fare ginnastica, e che corre per non fare tardi al suo impegno in biblioteca ( e con la sua morte).
E così continuiamo a seguire tutti questi ragazzi nei loro cammini lungo i lunghi corridoi della scuola che si riempiono e si svuotano, saluti, voci, battute....i ragazzi si incontrano ma pare che non si vedano, proprio come spettri che rivivono all'infinito e inconsapevolmente il loro ultimo giorno di vita.
I due adolescenti che compiono la strage sono anche loro anonimi come gli altri, ma offesi e umiliati dalla crudeltà tipica di quell'età. Hanno subito scherzi e offese, e non si sentono inseriti nel contesto scolastico che odiano. Studiano il piano in maniera militare, ordinano per posta armi modernissime tramite internet, e tra un gioco elettronico e una suonata al pianoforte nella loro stanzetta bunker arrivano al giorno fatidico. “Oggi si muore” dirà uno all'altro sotto la doccia, scambiandosi il loro primo bacio...
Il cielo azzurro iniziale ora si annuvola di nubi cariche di pioggia, il temporale si avvicina e si odono i primi rombi di tuono...comincia la pioggia.
Vestiti da combattimento e armati fino ai denti i due entrano a scuola e compiono il massacro...Sparano a casaccio contro chiunque incontrino,si divertono al tiro al segno con i loro compagni, fanno scoppiare bombe nelle aule, non mostrando alcun segno di cedimento o di emozione.
La scuola si svuota, lasciando a terra i corpi di ragazzi e professori, sono tantissimi, tutti colti nei loro momenti di quotidianità, come in una Pompei moderna il tempo si è fermato, ci sono libri aperti sui banchi, i resti del pranzo sui tavoli della mensa, un cuoco per terra con ancora il vassoio tra le mani....Uno degli assassini si è fermato, seduto ad un tavolo beve da un bicchiere a caso...Uccide a bruciapelo il compagno che lo raggiunge, ha il sentore che ancora qualcuno si sta nascondendo....Scova la coppia degli innamorati tanto perfetti ed invidiati da tutti, che si abbracciano nella cella frigorifera....Una conta spietata...”Amba rabà ciccì cocò tre civette sul comò....”
L' ultimo quarto d'ora l'ho visto praticamente in apnea...Bellissimo e coinvolgente, sapiente utilizzo della macchina da presa, che diventa occhio e anima dei personaggi, come un'aurea che segue senza trattenere, lascia e prende le storie facendocele ascoltare, impotenti seguiamo lo svolgimento della strage senza poter salvare nessuno, proprio come capita al primo protagonista del film, che osserva tutto dal fuori. La Columbine diventa suo malgrado un Overlook Hotel.
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