Regia di Mélanie Laurent vedi scheda film
Un noir vivo e avvincente, che punta forte sul magnetismo del protagonista Lucas Bravo e sulla chimica che si innesca tra lui e l'esordiente Lea Luce Busato, proveniente dal teatro e con tutte le carte in regola per bucare il grande schermo.
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Libre racconta la storia di Bruno Sulak, che fu un ladro gentiluomo, un Arsenio Lupin degli anni '80, con una carriera iniziata con le rapine alle banche e poi consolidata con quelle alle gioiellerie, e suggellata da qualche spettacolare evasione.
L'attrice e regista Mélanie Laurent dice di esser venuta a conoscienza di questa figura tramite la lettura, dieci anni addietro, del libro Sulak di Philippe Jaenada: innamorandosi della tensione alla libertà che dallo stesso emanava, si è domandata come fosse possibile che, a fronte di altri rimasti nella storia, il profilo singolare di questo criminale romantico e non violento fosse finito nell'oblio. Inserendo, tra i titoli di testa, una didascalia nella quale precisa di essersi solamente "ispirata" alla sua vita, afferma implicitamente di averla romanzata, lavorando su ricordi ed atmosfere rimaste scolpite nella memoria grazie a quella lettura, senza per questo rinunciare a documentarsi sull'uomo, prima di tutto facendosi aiutare dal commissario Georges Moréas (cui Yvan Attal presta il proprio volto dall'aria stralunata), che fu capo dell'anticrimine di Parigi in quegli anni e a Sulak diede realmente la caccia, sviluppando con lui un singolare rapporto inprontato al rispetto reciproco.
L'esito di questo lavoro è un noir vivo e avvincente, che - passando da Yvan Attal, che presta il proprio volto dall'aria stralunata e sorniona al commissario Moréas - punta forte sul magnetismo del protagonista Lucas Bravo, il quale dona a Bruno un fascino enigmatico e sfuggente, e sulla chimica che si innesca tra lui e l'esordiente Lea Luce Busato, proveniente dal teatro e con tutte le carte in regola per bucare il grande schermo, splendida nel ruolo della sua compagna e compare, donna volitiva e lontana dallo stereotipo.
Laurent accompagna le peripezie del duo facendo ampio uso di camera a mano ed affidando il ritmo alle musiche originali di Sébastien Tellier, che vanno ad arricchire una colonna sonora corposa che pesca prevalentemente dal synth/pop/rock anni '80 (Yazoo, Sparks).
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